Sulle colline di Pesaro, Luciano Pavarotti aveva casa; nato a Modena, cittadino onorario di tanti luoghi, ma Pesaro – la patria di Rossini e del Rossini Opera festival – era un luogo del cuore. Il grande tenore non era un rossiniano, ma a Pesare si esibì giovanissimo nel 1980 per la riapertura del teatro Rossini; qui tenne un concerto in piazza del Popolo nel 1986 e dieci anni dopo inaugurò il Vitifrigo Arena. Pesaro gli ha dedicato una statua in bronzo svelata il 27 aprile, a piazzale Lazzarini nei pressi del Teatro Rossini.

“Era innamorato di Pesaro, e non mancava mai di rimarcarlo” ha detto il vicesindaco Daniele Vimini all’inaugurazione, presenti le figlie del tenore Giuliana e Cristina, la seconda moglie Nicoletta Mantovani (presidente della Fondazione Pavarotti) e il regista e scenografo Pier Luigi Pizzi oltre a centinaia di pesaresi e turisti.
Pesaro è Capitale della cultura italiana 2024. Il sindaco Matteo Ricci ha parlato di un “artista straordinario mai dimenticato”.
Tutto bene tranne che per un consigliere della Lega, Emanuele Gambini, da tempo impegnato per dedicare due snodi del traffico pesarese a due campioni dello sport regionale: l’uno a Marco Pantani, il grande ciclista morto per overdose (o per suicidio?) dopo le condanne per doping; l’altro a Marco Simoncelli (il motociclista morto a 24 anni nel Gran Premio della Malesia nel 2011). I suoi sforzi non hanno ancora avuto successo e Gambini ha protestato anche perché i 10mila euro che sarebbero il costo del progetto a suo parere non sarebbero stati sufficienti per il lavoro (e dunque l’amministrazione di sinistra avrebbe secondo lui pagato di più).
Polemiche a parte, la statua di Pavarotti realizzata da Albano Poli è una scultura in bronzo alta 192 centimetri; Big Luciano è rappresentato in frac da concerto, le braccia aperte come faceva accogliendo gli applausi, il suo fazzoletto talismano in mano. Magari un Pavarotti un pochino più smilzo del reale, meno imponente; somigliante? Abbastanza. La base di marmo ha una targa che cita le sue parole, “Sono cittadino onorario di mille città nel mondo, ma di questa mi sento vero cittadino”.
