Ritratti celati, nascosti a sguardi indiscreti da pannelli scorrevoli o apribili, all’interno di vere e proprie scatole, o sul retro di dipinti allegorici o nature morte, ma sempre riconducibili al soggetto rappresentato. Hidden Faces: Covered Portraits of the Renaissance, la mostra aperta al Metropolitan Museum di New York fino al 7 luglio, è una novità assoluta, mai prima un museo aveva dedicato la sua attenzione a questi dipinti doppi che nel tempo sono stati separati, in parte smarriti o rovinati. Opera di grandi artisti del Rinascimento da Hans Memling a Lorenzo Lotto e Tiziano, si diffusero dal nord al resto d’Europa.

“È un movimento iniziato in Olanda all’inizio del ‘400 arrivato poi in Germania e in Italia. – ci ha spiegato Alison Manges Nogueira, curatrice della mostra – Si trattava di opere eseguite in occasione di matrimoni e di morti, ma anche come mezzo di propaganda politica. Nella mostra ci sono due esempi di questo tipo per le elezioni in Sassonia e per Martin Lutero. Sono ritratti eseguiti in un formato piccolo proprio per permettere una più facile circolazione e diffusione del messaggio.”
Martin Luther and Katharina von Bora è un doppio ritratto, dipinto ad olio su legno nel 1525 da Lucas Cranach il Vecchio per ricordare il matrimonio del leader della riforma protestante con la ex suora. È parte di una serie piuttosto consistente, ne sono rimasti almeno 13 completi ed altri di cui nel tempo si è perso il paio. Cranach, amico di Martin Lutero, è stato testimone delle nozze e ha probabilmente realizzato i medaglioni per propagandare un matrimonio molto controverso perché rifiutava nei fatti la pratica cattolica del celibato sia da parte di lui, ex prete agostiniano che di lei, ex suora cistercense.
Fu proprio Cranach nel ‘500 a realizzare per primo i medaglioni tondi, chi poi ne fece largo uso fu una delle prime artiste donne della storia, Lavinia Fontana, che dalla sua natia Bologna propagò i medaglioni degli sposi promessi nel nord Italia.

“Due opere di questo tipo sono parte della collezione del Metropolitan – prosegue la curatrice per spiegare la genesi della mostra – sono del veneziano Jacometto, e sono dei ritratti all’interno di una scatola: abbiamo quindi pensato di esplorare questo tipo di lavori in un contesto più ampio anche fuori dalla città lagunare.” Alla corte dei Medici un inventario del 1418 parla di una Madonna all’interno di un armadietto e nel 1492 Lorenzo dei Medici possedeva un ritratto di San Geronimo di Jan Van Eyck chiuso in una custodia di pelle, oltre a due scatole di legno contenenti due ritratti di signore.

Bellissimo il ritratto scelto per il titolo della mostra (e del nostro articolo) opera di Lorenzo Lotto e datato 1505 che si trova nella collezione del Musée des Beaux-Arts di Digione, mentre la tavola che originariamente lo copriva fa parte della National Gallery of Art di Washington. Il ritratto sarebbe stato dipinto a Treviso e rappresenta probabilmente la sorella del Vescovo Bernando De’Rossi, Giovanna Malaspina che, rimasta vedova, visse con il fratello dal 1493 alla morte nel 1502. La copertura è allegorica e rappresenta un paesaggio bucolico dove una giovane donna sdraiata viene ricoperta da una cascata di petali di fiori fatti cadere da un amorino a celebrazione della sua castità.
Del fiorentino Ridolfo Ghirlandaio è il bellissimo ritratto di signora originariamente protetto da una tavola che si sfilava in verticale, che mostrava una maschera con gli stessi lineamenti delicati della donna rappresentata all’interno, e la scritta in latino “Ad ognuno la sua maschera”.
Una allegoria molto interessante è anche quella realizzata da Rogier Van Der Weyden per coprire il Ritratto di uomo con libro aperto del 1430. L’uomo è uno studioso che guarda lontano come a riflettere su quello che ha appena letto, la tavola che lo copriva rappresenta un agrifoglio sormontato dal motto “Odio ciò che punge” a significare che come l’agrifoglio con i suoi aghi si difende dagli animali, lo studioso si difende dalle critiche.