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“Carrie” compie 50 anni, Stephen King e la sua battaglia per i reietti

Il primo romanzo di King uscì il 5 aprile 1974. Consigli di lettura.

Alessandra QuattrocchibyAlessandra Quattrocchi
Simon & Schuster verso il centenario: ma tra poco potrebbe non esistere più

US witer Stephen King - ANSA/EPA/MAJA HITIJ GERMANY OUT

Time: 4 mins read

Dov’eri quando hai letto Carrie per la prima volta? Cinquanta anni fa – il 5 aprile 1974 – usciva in libreria  il breve romanzo che avrebbe portato Stephen King, ventisettenne squattrinato, alla notorietà planetaria, alla ricchezza e quindi alla possibilità di scrivere – allo stato attuale – oltre ottanta opere, inclusi alcuni saggi e alcune raccolte di novelle. Il libro fu subito accaparrato da Hollywood e tradotto sul grande schermo da Brian De Palma con una giovane Sissy Spacek (forse il più riuscito di tutti gli adattamenti cinematografici e televisivi di King; anche Shining di Stanley Kubrick, sebbene a modo suo film straordinario, non rispettava il romanzo).

La straordinaria penetrazione psicologica e l’impatto dirompente della storia con i suoi risvolti splatter risuonarono profondamente nei lettori. Guardando indietro lungo i decenni passati, in Carrie ci sono in nuce già quasi tutti i temi che King continuerà a toccare: la difesa dei reietti  di ogni specie e natura, la pietas verso i deboli – a partire dai bambini ma anche animali, carcerati, donne picchiate, donne in generale, adulti che furono bambini abusati – l’inserimento dell’horror come naturale prosecuzione della realtà, la debolezza dell’animo umano ma anche a volte la sua straordinaria grandezza, grazie all’amore. E ancora: la capacità di creare personaggi vivi che saltano fuori dalla pagina, e che – poiché la realtà non è in bianco e nero – possono suscitare assieme  empatia e disgusto.

Carrie è una ragazzina bullizzata dai compagni e vessata da una madre fanatica religiosa puritana. Ma ha un segreto: fin da piccola riesce a spostare gli oggetti col pensiero, e questo potere si amplifica a dismisura quando, a sedici anni, ha il suo primo ciclo mestruale. Sogna un riscatto impossibile quando viene invitata nonostante tutto al prom, il ballo della scuola, ma finirà malissimo, per l’intera cittadina.

C’è la rappresentazione dei tormenti dell’adolescenza (tema che King riprenderà molte altre volte), e una penetrazione impressionante della vita interiore delle ragazzine, a tutt’oggi valida nonostante Internet e smartphones. Però è solo una sfaccettatura dei tanti tormenti che l’essere umano sa infliggere, ed è proprio l’esplorazione dell’animo umano il vero fulcro dell’arte kinghiana.

Temi progressisti: basta seguire King su X (l’ex Twitter) per verificare quanto lo scrittore sia liberal, anti-trumpiano, pro-choice nel senso più ampio del termine. Basta leggere i suoi saggi sulla scrittura per capire quanto l’etichetta di ‘scrittore horror’ gli stia stretta, e quindi quanto gli abbia nociuto in termini di critica letteraria anche se non in termini di successo di pubblico.

Definire King il “maestro dell’horror” è limitativo e spesso anche dispregiativo: il “genere” letterario diventa un ghetto. Lo si vede bene nei titoli che l’editoria italiana ha usato per i suoi libri: Tommyknockers diventa Le creature del buio, The Stand diventa L’ombra dello scorpione… Ma l’orrore, per lo scrittore del Maine, non è mai estraneo alla vita quotidiana. L’elemento horror irrompe come sovrannaturale in un contesto ove i protagonisti sono già tartassati da una realtà crudele, a volte a rischio di morte, o dai loro demoni interiori. Semmai, lottando contro l’horror che-viene-da-fuori (poteri estranei, alieni, zombie, diavoli) i protagonisti trovano gli strumenti per combattere e gestire anche l’orrore-che-viene-da-dentro, quello di tutti i giorni, spesso agito da chi li dovrebbe amare.

Ed è anche per questo che gli scettici (ce ne sono tanti) dovrebbero prendere in mano i romanzi di King.  La stampa Usa è piena di articoli che commemorano questa ricorrenza, mentre lui, cinquant’anni dopo, dal Maine, continua a sfornare a getto continuo.

L’immaginazione inarrestabile e la prolificità di King possono spaventare. Se non sapete da dove cominciare, qui sotto i suggerimenti di lettura: dieci romanzi imperdibili (e la selezione è stata dura) che potrebbero cambiare la vostra vita.

Carrie – Perché è il primo e ha ispirato innumerevoli imitazioni

It – Forse il più celebre dei romanzi di King, la storia di sette ragazzini che combattono il Male incarnato dal clown Pennywise. Sono un campionario di tutti i possibili disadattati in una scuola elementare. Ma c’è anche la ricchezza dell’amicizia e dei ricordi d’infanzia, nel bene e nel male.

Different seasons – Stagioni diverse. Raccoglie quattro novelle, da due delle quali sono stati tratti film celeberrimi: Stand By Me e Le ali della libertà –The Shawshank Redemption. Un’altra storia di ragazzini di provincia e una novella ambientata in un carcere, fra vessazioni e speranza.

Pet Sematary – Attenti: letto una volta, avrete paura di riprenderlo in mano: una meditazione sulla morte e sul limite fra vita e morte. Il protagonista cerca di superarli, ma il passaggio nell’altra dimensione non è reversibile senza orribili conseguenze.

Dolores Claiborne – King si è sempre occupato di donne, scrivendo dal loro punto di vista, fin da Carrie; questo monologo di una donna di servizio su un’isola del Maine, fra eclissi, assassinii e abusi, ha molto poco di horror sovrannaturale e moltissimo di orrore quotidiano.

Tommyknockers – Le creature del buio. O, degli effetti che la scoperta di un reperto da un altro mondo provoca sulla Terra. Il romanzo è bellissimo soprattutto per la presenza di numerosi ritratti di personaggi indimenticabili, tanto che alcuni capitoli sono stati ripresentati come racconti a se stanti.

The Stand – L’ombra dello scorpione– In epoca Covid, è stata molto citata questa immersione distopica che narra di una terribile pandemia. Un altro romanzo corale immerso nella descrizione puntigliosa delle conseguenze, che cambiano non solo il pianeta ma la vita interiore dei molti protagonisti.

The Dead Zone – La zona morta – Un’altra profezia che mette i brividi, politica questa volta: un uomo emerge dal coma con l’inquietante capacità di vedere nel futuro, e si trova di fronte a un politico che potrebbe minacciare il futuro dell’America… in questo anno elettorale, è un testo immancabile.

11/22/63: se si potesse tornare indietro nel tempo, ed evitare l’assassinio di Kennedy…

Holly – Il più recente, su una investigatrice e una coppia diabolica: anche qui, ben poco di sovrannaturale ma una meditazione sull’invecchiamento e l’incapacità di accettarlo.

Bonus– Danse Macabre e On Writing sono due saggi dedicati all’horror e all’arte della scrittura. Per chi si cimenta con la narrativa, sono molto utili; ma sono una full immersion anche per tutti coloro che sono affascinati dal processo creativo.

 

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Alessandra Quattrocchi

Alessandra Quattrocchi

Giornalista e scrittrice, si occupa di politica nazionale e internazionale, cultura, società lingua e letteratura Alessandra Quattrocchi is a journalist, essayist, videomaker and storyteller. She deals mainly in politics, literature and the arts.

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