Molti di noi vorrebbero raccontare, illustrare, i propri genitori in racconto scritto o filmato, dargli lustro, per compiere una ricerca capace di dare e restituire, dopo la scomparsa, il conto e il racconto dei nostri corpi e luoghi emotivi.
Costanza Quatriglio realizza davvero un film sognato, fantasticato, rispetto alle nostre radici e al senso di ciò che abbiamo appreso sin dalla nascita. Ci identifichiamo in questa familiarità che ha vissuto realmente l’epica intellettuale del cambiamento, del riscatto dei luoghi nati e abitati.
È la premessa necessaria, le motivazioni, al documentario Il Cassetto Segreto presentato in anteprima mondiale, nella sezione Forum, del Festival di Berlino. È il racconto documentario su suo padre il giornalista e scrittore siciliano Giuseppe Quatriglio. Importante cronista e corrispondente, amico di Leonardo Sciascia, sarà una rilevante figura intellettuale nella Sicilia del dopoguerra.

Appassionato scrittore di Storia e letteratura, nel 2000 è stato finalista nel premio Strega con Sabìr ma è noto soprattutto per il saggio Mille anni in Sicilia; partendo dagli arabi e arrivando ai Borboni è una lettura obbligata per chiunque si interroghi sul legame tra il mondo arabo e l’Italia Meridionale.
Il film si avvale di un set unico: la propria casa di infanzia dominata da una preziosa biblioteca dove si immagina e si ritrovano le tante chiavi del cassetto segreto. È la trasposizione in oggetto filmico di questo “tautologico” Patrimonio: fotografie, filmati 8mm, materiali audio raccolti in tutto il Mondo dagli anni Quaranta fino alle riprese del 2011, dove Giuseppe Quatriglio per la prima volta non sarà lui a fotografare ma sua figlia.
Costanza Quatriglio esordisce al Festival di Cannes nel 2003 con L’Isola. In questi 20 anni ha raccontato storie particolari legate alla cultura, al segno e alla tradizione orale. Questo film è la mappa sentimentale della sua formazione nello scindere i ricordi con la voluminosità del padre. È questo il lavoro messo in scena, dove questa sua unica figlia, decide di donare tutti i materiale di questo immenso archivio dai libri, alle foto e i filmati, alle registrazioni audio.

Nasce così il “Fondo Giuseppe Quatriglio”, che per la sua grande rilevanza storica è stato dichiarato di “Interesse culturale” dalla Soprintendenza archivistica della Sicilia nell’Archivio di Stato di Palermo.
Capitolato in cinque parti, attraversate in maniera alternata dallo spirito indipendente del padre e della presenza di figlia accanto ai grandi del Tempo storico siciliano: Guttuso, Sciascia, Butitta e i molti incontri di “figlia del giornalista”. Nel suo viaggiare in tutto il mondo, registrerà i cambiamenti del paesaggio, sia politici che naturali come la salvaguardia a Palermo delle celle dell’inquisizione con i loro disegni ritrovati nel 1964, fino a raccontare il terremoto del Belice e il suo futuro architettonico navigando nell’Atlantico con il mosaico di Ruggero II.
Giuseppe Quatriglio ha catalogato questo suo attraversare il Novecento anche avvicinando, guardandoli negli occhi, dei giganti del cinema come Anna Magnani, Ingmar Bergman, Cary Grant. Disfarsi degli oggetti dopo averli compresi è trasmetterli. Quel cassetto segreto era aperto.Tanto che l’accumulo di ogni sua ombra ci illumina.