Quando si pensa a Gustav Klimt, la prima cosa che viene in mente sono i suoi ritratti. Eppure l’artista austriaco nella seconda metà della sua vita si dedicò assiduamente alla pittura di paesaggi. Molti di questi capolavori sono oggetto di una mostra presso The Neue Galerie di New York, galleria rinomata per conservare opere permanenti dell’artista, inclusa il suo Ritratto di Adele Bloch-Bauer I del 1907, un capolavoro dello Stile dorato di Klimt.
Con I paesaggi di Klimt, visitabile dal pubblico fino al 6 maggio 2024, la Neue Galerie si è spinta oltre il territorio familiare dei ritratti e delle opere allegoriche dell’artista. Certo Klimt non è il primo ad aver tratto ispirazione dalla natura, artisti da Camille Corot a Caspar David Friedrich costruirono le loro reputazioni sui paesaggi e a loro appartiene la tradizione della pittura en plein air.

Ma Klimt guardava la natura con occhi diversi, per lui rappresentava molto più di una sfida estetica, di un desiderio di catturare i suoi dintorni.Perdersi nelle campagne austriche era diventato per l’artista un’evasione dalla frenesia della città, dagli impegni e dalle scadenze. All’inizio del secolo scorso, Klimt e altri artisti iniziarono ad adottare la pratica della Sommerfrische, un termine usato colloquialmente per indicare una vacanza estiva o meglio “un periodo di svago trascorso in campagna durante l’estate”.
La campagna diventa nel tempo un luogo di riposo dove sentirsi libero di esprimere la propria creatività artistica, libero dai desideri dei committenti.
Gli scenari bucolici saranno di ispirazione per opere luminosi e sature di colore. I paesaggi di Klimt catturano la bellezza dei giardini e dei frutteti della regione, delle foreste e delle ville. Una ricerca artistica a cui si dedica fino alla morte vent’anni dopo.

Si contano più di 50 opere dedicate al tema paesaggistico. La maggior parte di dipinti esposti alla Neue Galerie sono stati realizzati in formato quadrato, riflesso della fascinazione di Klimt per la fotografia. Tra questi il Parco del Castello di Kammer (1909), luogo molto suggestivo sulle rive lacustri, e la Casa del guardiacaccia a Weissenbach II (1914), dove trascorse i suoi ultimi soggiorni estivi.

La mostra è un viaggio nel suo vasto corpus artistico e traccia l’evoluzione del suo stile che dall’istoricismo e dalla tradizione accademica si evolve verso il simbolismo esistenziale.e l’uso delle figure femminili, trattate in maniera sensuale ed erotica.
Si sofferma sul rapporto di Klimt con la cognata, la designer di moda Emilie Flöge, amica di lunga data e confidente fidata. Per arrivare ad esplorare il suo profondo coinvolgimento con l’avanguardia viennese e le tecniche che ha impiegato per realizzare opere affascinanti ed armoniose che letteralmente luccicano di colore e luce.