Martedì 30 gennaio l’Istituto di Cultura Italiano di New York ha aperto le porte alla Glove School, la scuola dei maestri del guanto artigianale realizzato a Napoli. Lezioni della durata di trenta minuti susseguitesi per sei ore, a partire dalle 11 della mattina. Un workshop pensato per gli studenti delle migliori istituzioni della moda di New York City, a partire dal Fashion Institute of Technology, Pratt University e la Parsons School of Design. “Un’esperienza che mi ha ispirato. Tutto quanto gira intorno alla manualità è arte” – ha detto Charles Change, studente del Fashion Institute presente al workshop.

L’evento è stato accompagnato dall’apertura ufficiale di una mostra – con strumenti per la lavorazione dei guanti e relativi accessori – guidata dal direttore dell’Istituto di Cultura Fabio Finotti: “Un vero viaggio di scoperta. Non solo expertise italiana dell’artigianato più ricercato ma anche attenzione a tematiche attuali se ci soffermiamo sul fatto che le pelli utilizzate per realizzare i guanti rappresentano scarti alimentari. Una pratica in linea con le scelte bio.” – ha affermato il capo dell’Istituto. Presente all’evento anche il console italiano a New York, Fabrizio Di Michele.

Dopo il debutto in Italia, l’edizione della Glove School di New York è stata organizzata dalla Chiroteca Business Network – consorzio composto da aziende come Gala Gloves, Artigiano del guanto, Andreano e Pelle Gargiulo – con il sostegno dell’Unione Industriali di Napoli, con la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli diretta da Edoardo Imperiale, arrivato dall’Italia per l’occasione e con l’appoggio di Lineapelle, rappresentata dall’amministratrice delegata Fulvia Bacchi, ugualmente presente. Gli eventi presso l’Istituto di Cultura Italiano coincidono proprio con Lineapelle New York 2024 – la fiera di due giorni che parte il 31 gennaio con 120 espositori dell’industria della pelle.
Per dare un’idea di come viene realizzato il guanto, due maestri artigiani napoletani, Alessandro Pellone e Francesco Ricciardiello – rispettivamente terza e seconda generazione della Gala Gloves – hanno ammorbidito, plasmato e ritagliato pelli mostrando le prime fasi della realizzazione dei guanti. Pelle di agnello rigorosamente conciata nei dintorni del capoluogo partenopeo, lì dove il know-how è re dell’artigianato di settore. “Rappresentiamo un’istituzione che parte da lontano.- come spiega Edoardo imperiale general manager di SSIP- Dalla fine dell’Ottocento, gli artigiani del tempo insieme alla Camera di Commercio di Napoli fondarono l’Istituto di Ricerca della Pelle Italiana, un ente dai tratti moderni atto a proteggere un’arte arrivata fino a noi. È nostro obbligo preservarla”.
Pochi gesti, precisi, mano sagge che portano alla realizzazione di un accessorio particolarmente apprezzato fuori dall’Italia. “I nostri acquirenti più importanti sono stati gli americani” – ha detto il maestro Pellone – “Negli anni Cinquanta e Sessanta, per un turista degli Stati Uniti comprare più paia di guanti era una consuetudine. Molti acquistavano via posta- continua il maestro- pagando con il denaro mandato in una busta da lettere. La prima forma di e-commerce, si può dire. Oggi serviamo moltissimo giapponesi e coreani”.

Il guanto è un accessorio meno celebrato rispetto al cappello, ad esempio, contro cui ha picchiato duro anche la pandemia da Covid-19. “Rimangono, però, i clienti fedeli all’amore per la nostra arte e i grandi gruppi della moda” – ha aggiunto Pellone – “Valentino Garavani è un solido cliente. Per il brand realizziamo gli accessori a partire dalle passerelle e anche guanti made to measure. Ultimamente li abbiamo confezionati per Jennifer Lopez e Beyoncé”.
Lo sguardo, ovviamente, è rivolto al futuro. “Il nostro lavoro è fatto di gesti che si acquisiscono da piccoli. Per questa ragione ci stiamo impegnando nei progetti promossi dalla Stazione Sperimentale per l’industria delle pelli (SSIP) con l’intenzione di stimolare le nuove generazioni avvicinandole all’arte della fabbricazione dei guanti e al contempo proteggerla”.
