Passato l’alto picco nei biglietti aerei del periodo natalizio e di fine anno, in tanti scappano dai loro inverni verso mete calde o almeno tiepide, attratti dai costi turistici che diventano provvidenzialmente più “umani”. Il mar Mediterraneo – inteso come terraferma e isole – è certamente una delle destinazioni più richieste, per la storia, la cultura, il clima. Si va per lo più nelle città storiche – Roma, Atene, Barcellona, Cairo – o per isole. Nei decenni più recenti sono stati contati numeri significativi anche tra i i visitatori dei piccoli centri, specie se non distanti dalle città.
Per questo tipo di pubblico e per chi ha in programma una visita ai “borghi più belli”, il libro appena uscito di Claudio Bacilieri (I borghi più belli del Mediterraneo, Rubbettino,) può tornare utile, vista la duttilità dei testi che presentano più di duecento località mediterranee, e la luminosità delle fotografie – originali firmati dall’architetto Ginevra Bacilieri – che le illustrano. L’autore – direttore della rivista “Borghi Magazine” – ha curato i testi dei 60 volumi della collana “Borghi d’Europa” edita da De Agostini, è tra i fondatori e consigliere scientifico di “I borghi più belli d’Italia”, scrive la guida annuale di “I borghi più belli d’Italia”. Questa sua ultima fatica, 770 pagine, esce con il patrocinio di “I Borghi d’Italia”, “Fondazione Cultura Arte, Fondazione Terzo Pilastro internazionale.
Il libro è ispirato da cinque viaggi di lavoro intorno al Mediterraneo, pieni “di sole e di vento”, come scrive l’autore riandando alle sensazioni incamerate e poi riversate nei testi del volume. Nel suo giro da occidente a oriente – come ha inteso precisare nell’introduzione – tracciando una sorta di uovo con la punta aperta in Mediterraneo, Bacilieri ha documentato le diversità, ma anche la fondamentale unità alla quale il grande storico del Mediterraneo Fernand Braudel face riferimento quando affermò: “È mia ferma convinzione che tutti i popoli del Mediterraneo abbiano un unico destino”.
Il Mediterraneo è mare davvero eterno, nel senso che le sue storie e i marmi delle sue rovine testimoniano fin là dove finiscono le nostre conoscenze, ma noi andiamo oltre, ci perdiamo nelle pieghe dei miti o delle religioni che raccontano come a quelle civiltà fu dato un inizio nella notte dei tempi. All’interno di questo gigantesco discorso, che include ogni tipo di scienza cultura e arte, il citato Braudel riconobbe con generosità il posto speciale dell’Italia che chiamò “il faro lungo la linea ideale del Mediterraneo”.
Al “faro” Bacilieri dedica correttamente la metà del libro, raggruppando i testi italiani in due blocchi dedicati rispettivamente ai borghi del Tirreno e a quelli della fascia adriatica ionica e siciliana. Senza far torto agli altri paesi mediterranei, l’Italia resta il paese che nella regione eccelle per la bellezza naturale e artistica che lo caratterizza, tuttora la sua più rilevante ricchezza, deturpata la quale resterebbe agli italiani ben poco da godere e da “vendere” al visitatore. “Il nostro petrolio è la bellezza”, arrivò a scrivere il poeta Tonino Guerra, come richiamato nell’introduzione a “Borghi”.
Anche la Francia mediterranea riceve molta attenzione, così come la Spagna, la Grecia e la Croazia. Comunque ben presenti i vari Marocco, Malta, Egitto, Giordania, Israele, territori palestinesi, Libano, Cipro, Turchia, Slovenia. Un capitolo apposito spetta ai Balcani.
A farla da padrone, nei testi, sono la cultura e la natura, visto che i borghi, diversamente dagli agglomerati urbani che puntano anche su fattori quali l’industria, il commercio e il divertimento, ai visitatori offrono tutt’altro tipo di ingredienti di vita, che – nel Mediterraneo – spesso includono anche l’enogastronomia e le attività sportive all’aria aperta, visto il clima che per molti mesi dell’anno resta gradevole e fruibile. Non casualmente, per ogni borgo censito dalla guida, vengono riportati dall’autore un luogo di riposo e uno di ristoro. Se il Mediterraneo è stato definito “un immenso edificio del ricordo” come scrive Claudio Bacilieri nella “guida alla lettura”, il libro offre certamente molte chiavi per infilarvisi dentro e comprendere il dipanarsi della storia e delle storie mediterranee.
Il volume si presenta di facile consultazione. L’indice riporta i borghi a seconda dei paesi di appartenenza e della pagina nella quale le notizie che li riguardano risultano reperibili. In questo modo risulta utilizzabile come autentica guida, anche nel corso di un viaggio.