In attesa che dal 9 al 12 gennaio Pitti Uomo ritorni a mostrarci proposte e tendenze al maschile, negli Stati Uniti è già confermato che anche nel 2024 andrà a gonfie vele l’abito, incluso quello sartoriale. Non nello stile del nonno ma classico con leggerezza e libertà nel movimento, proprio come dettava la scorsa edizione della moda di Fortezza da Basso. Complice il relativo ritorno in ufficio dopo che il Covid19 aveva costretto tutti in tuta sportiva e polo, ma soprattutto l’attenzione della GenZ.
Un trend iniziato in Europa e ripreso negli ultimi sei mesi negli Stati Uniti. Un’estetica moderna che ha fatto innamorare soprattutto le generazioni più giovani che hanno rivisto il proprio guardaroba composto da capi classici da intendere come vero e proprio lifestyle, e di cui i marchi di abbigliamento maschile hanno beneficiato. Una tendenza confermata dalle vendite con l’aspettativa che gli affari continueranno a rafforzarsi nel 2024. Dalla moda incentrata sullo streetwear e sull’athleisure, dunque, si
può affermare che c’è ancora spazio per trend di stili più ricercati che mettono al sicuro anche l’eleganza.
Dopo il cupo periodo della pandemia da Covid gli uomini hanno lavorato meno da remoto, si sono sposati e hanno ricominciato ad uscire per cene e per eventi, mettendo da parte l’abbigliamento sportivo e indossando nuovamente l’abito. È nata una sorta di via di mezzo, a dire il vero, che ha detto sì ai panni formali ma con un twist. Allora le nuove regole hanno permesso la maglia con scollo a V o polo in filato al posto della camicia e della tradizionale cravatta – che noi donne abbiamo rubato per indossarla durante l’estate 2023 – i jeans sostituti dei pantaloni e sì alle sneaker purché modaiole.
In Italia la sartoria è una tradizione di eccellenza che, viste le tendenze degli ultimi anni non si è fatta trovare impreparata, aggiungendo alle linee di rigore più classico quelle rivolte alla clientela young. Per fare appello allo stesso trend, negli Stati Uniti si sono adattati anche brand di levatura media, da Indochine a Black Lapel, da Bonobos a SuitSupply.
John Hutchison, presidente di Bonobos, una divisione di Express Inc., ha riferito ad Esquire che la sua azienda sta “registrando un forte rendimento grazie ai clienti più giovani. C’è una generazione di acquirenti che è entrata nell’età adulta durante la cosiddetta era COVID caratterizzata dallo spopolamento di jogger e felpe con cappuccio. Alcuni acquistano l’abito perché si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro o ritornano in ufficio, altri per provare qualcosa di nuovo oppure vogliono vestirsi in modo appropriato a determinate occasioni. Vediamo anche clienti ispirati da influencer dell’abbigliamento maschile, celebrità e atleti nella loro interpretazione di abiti classici e sartoriali sui social media”.
Gli atleti sono diventati la più grande influenza nell’industria della moda, visti come icone di stile, capaci di dettare le tendenze. Il resto degli influencer, che contano oltre il milione di iscritti, da The Sartorialist a Reiss, da Jose Zuniga a Philip Cohen, in mostra c’è l’abito che si adatta ad ogni occasione e da indossare secondo le circostanze. Una serie di look abbinati a scarpe stringate ma anche sportive tra cui quelle da basket. Hutchison ha affermato che purché sia giacca i giovani si sono innamorati anche del blazer in maglia, stravenduto durante la stagione corrente e che continuerà ad essere proposto in futuro.
Si potrà definitivamente dire addio al completo nello stile del commentatore di basket?