Moda e Intelligenza Artificiale, dieci applicazioni nel 2023. Per decenni si è parlato di IA, tra punti interrogativi, applicazioni di cui beneficiamo quotidianamente e la potenziale minaccia di sostituzione del lavoro umano (designer e professionisti della moda) le discussioni restano aperte. Alla fine del 2022 ChatGPT (piattaforma che consente di generare testi) prodotta da OpenAI ha fatto da apripista per il tragitto della tecnologia dal metaverso all’intelligenza artificiale.
I marchi della moda hanno iniziato a parlare nel lessico degli algoritmi e nei termini dei prompt (richieste testuali): DALL-E, Midjourney, entrambe capaci di produrre immagini a partire dai prompt, e Runaway che crea video. Da Syky a Maison Meta i nuovi incubatori dell’IA nella moda hanno generato start-up tecnologiche, piattaforme cloud e agenzie creative che accorciano le distanze tra macchine e fashion.
Campagne pubblicitarie: Valentino Essential x AI, la precorritrice. Era gennaio quando la casa romana lanciò il progetto. Dietro al tema, quello classico che esprime il messaggio del brand, le immagini ritraevano un mondo ibrido tra uomo e macchina, con ogni immagine creata da prompt eseguibili grazie ad un sistima generativo text-to-image chiamato IA Generativa. Quest’ultima è ora considerata next step in materia: può essere “addestrata” ad imparare il linguaggio umano, l’arte, la chimica, o qualsiasi argomento complesso.
Moncler con Maison Meta, a febbraio eseguirono una campagna simile. Il puffer coat a triangolo del brand italiano risultò un capolavoro di design hightech. L’IA divenne ufficialmente parte del fashion marketing.
Il design IA di G-Star Raw, nuova definizione del Denim Couture. A marzo G-Star Raw fece debuttare un capo generato dall’intelligenza artificiale con Midjourney. Ciò che era iniziato come progetto concettuale e sperimentale divenne un vero pezzo di couture dell’azienda di Amsterdam.
Levi’s sulla diversità, è stata polemica. Modelli rappresentanti la diversità grazie ai generative adversarial networks (GANs) – sistema che crea volti, corpi e persino personalità virtuali – vestirono la nuova collezione Levi’s a marzo. Le reazioni sui social media furono spietate. Gli utenti condannarono la scelta dell’IA perché sostituì persone di colore rappresentando una minaccia per il futuro delle assunzioni. L’accaduto è servito come ammonimento a considerare attentamente l’uso dell’IA, soprattutto quando si tratta di esseri umani.
AI Fashion Week. Ad aprile, l’intelligenza artificiale ha ottenuto la sua settimana della moda. Un evento di due giorni creata da Maison Meta tenutosi negli Spring Studios di Manhattan, il posto ufficiale della NY Fashion Week. Look e design realizzati con l’utilizzo dell’AI, oltre a un concorso e a tavole rotonde.
Gucci. Si è unita alla rivoluzione IA Generativa a luglio, collaborando con la piattaforma d’arte digitale Christie’s 3.0. Gucci ha commissionato a ventuno digital artist la creazione di NFT (Non Fungible Tokens) basati sull’intelligenza artificiale, successivamente messi all’asta ad un prezzo compreso tra 1800 e 417mila dollari. Il progetto è stato un successo al punto che il brand sta già pensando alla seconda serie di opere.
Collina Strada. Il brand di New York noto per la sostenibilità è il primo marchio ad aver adottato l’intelligenza artificiale per l’intera progettazione di una collezione. Quella della Spring2024 sbarcata sulla passerella della New York Fashion Week a settembre. Sono servite le collezioni del brand dei 15 anni precedenti che l’IA ha prima “studiato”, immagazinando più dati possibili fino a realizzare modelli nello stille di Collina Strada. È risultata una collezione con tailleur tie-die, pantaloncini con gonna svolazzante sul fianco, un abito da seta con tulle, tra i tanti modelli.
Progetto Heart e App HH. L’intelligenza Artificiale in un app per combattere il razzismo nella moda, progettate da African Fashion Gate e LABoratorio d’Impresa 5.0. Hearth, operativo dall’autunno, analizza le segnalazioni di discriminazione grazie al data processing, produce report e statistiche legate a questo tema utilizzando tecniche di Analytics e mettendo a punto piani di intervento relativi a disagi nel sociale.
Coperni, punta di diamante dell’IA nella moda. Il brand francese ha puntato tutto sull’intelligenza artificiale lanciando a settembre la collezione video-digitale Autunno/Inverno ’23: la tecnologia generativa ha realizzato una clip poliforma che dura sei mesi di fila. Il video passa al setaccio 320mila immagini differenti basate su molteplici look della collezione Coperni. A novembre, invece, per la collezione Primavera/Estate 2024 il marchio ha fatto sfilare in passerella una spilla, l’AI Pin, realizzata da Humane, un dispositivo che si fissa sugli indumenti destinato a sconvolgere l’industria degli smartphone.
Revolve. Il rivenditore multibrand americano ha invitato i vincitori della AI Fashion Week di aprile, Josè Sobral di Paatiff, Matilde Mariano di Molnm e Opè Majek di Opè, a progettare le proprie collezioni utilizzando l’intelligenza artificiale generata da Maison Meta. Le collezioni fisiche sono poi state realizzate nell’atelier di Revolve a Los Angeles e messi in vendita all’inizio di questo mese. Ogni collezione consiste di circa 12 look che vanno da 228 a 1598 dollari.
Nel 2023 la moda non si è lasciata sorprendere. Infatti, stando ai dati di State of Fashion 2024 – il rapporto della società di consulting McKinsey & Co. – nel 2024 circa il 73% dei marchi di moda prevede di dare priorità all’intelligenza artificiale.