L’attrice premio Oscar Lupita Nyong’o sarà Presidente della Giuria del 74esimo festival internazionale del cinema di Berlino, prima donna nera in questo ruolo in un grande festival europeo. La Berlinale si svolgerà dal 15 al 25 febbraio e a condurlo per l’ultima volta saranno la direttrice esecutiva del Festival, Mariette Rissenbeek, e il direttore artistico del Locarno Festival, Carlo Chatrian.
Proprio loro hanno annunciato che la scelta è ricaduta su Nyong’o perché “incarna ciò che ci piace nel cinema: la versatilità ad abbracciare progetti diversi, rivolgersi a pubblici diversi e rimanere coerente con un’idea ben riconoscibile nei suoi personaggi, per quanto diversi possano apparire”. Nyong’o ha accettato l’invito dicendo di sentirsi “profondamente onorata” per la nomina e che non vede l’ora “di celebrare e riconoscere l’eccezionale lavoro dei registi di tutto il mondo”.
Nata in Messico da genitori kenyoti, dal Kenya Nyong’o si è trasferita negli Stati Uniti per studiare a Film and Theatre Studies all’Hampshire College prima e alla Yale School of Drama poi. L’attrice quarantenne esordì in Usa con 12 anni schiavo (2014) di Steve McQueen, per il quale vinse l’Oscar come miglior attrice non protagonista, uno Screen Actors Guild Award e un Critics’ Choice Movie Award. Da lì la sua carriera americana ha preso quota: ha recitato in tre film della saga di Star Wars, ha doppiato la lupa Raksha ne Il libro della Giungla (2014), è entrata nell’universo Marvel come Nakia in Black Panther (2018) a fianco di Chadwick Boseman e Michael B. Jordan, ruolo per cui si è guadagnata una candidatura ai Saturn Awards come migliore attrice. Poi ha partecipato a Noi (2019) di Jordan Peele per cui la sua interpretazione è stata acclamata dalla critica. Di recente ha recitato in Secret Team 355 (2022) di Simon Kinberg. Presto con lei uscirà A Quiet Place: Day one, nuovo episodio – un prequel – della serie horror ideata da John Krasinski.
Non solo cinema: Nyong’o ha preso parte ad alcuni musical a Broadway e nel 2020 ha scritto un libro per bambini, Sulwe, che è stato citato nella lista dei bestseller del New York Times.
In Kenya nel 2009 aveva scritto, prodotto e diretto il suo primo film, My Genes. Molto attiva nella ricostruzione della narrativa africana, sta lavorando a una serie podcast sualla diaspora e sviluppando una serie basata su Americanah di Chimamanda Ngozi Adichie. Ha anche prodotto un film sudanese, Goodbye Julia, selezionato dal Comitato nazionale sudanese in esilio per competere come miglior film straniero alla 96esima edizione degli Academy Awards.