Sarà chiamato Freedom Monument Sculpture Park il nuovo spazio curato da Equal Justice Initiative che aprirà il prossimo anno in Alabama, unendosi ai due già esistenti, il Legacy Museum e il National Memorial for Peace and Justice. Il sito si trova lungo il fiume Alabama, e intende onorare le vite e i ricordi dei 10 milioni di afroamericani che furono ridotti in schiavitù, venduti dopo le saventose traversate marittime, poi spostati ammassati via treno, celebrando il loro coraggio e la loro resilienza.
“Stiamo creando queste aree perché credo che tutti abbiamo bisogno della verità sulla nostra storia – ha dichiarato il direttore di EJI, Bryan Stevenson. – Questo può produrre qualcosa di veramente positivo, davvero utile, per la nostra comunità”.
Il parco offre uno sguardo senza compromessi e senza addolcimenti sulla schiavitù in un’epoca in cui quello che si può insegnare a scuola sulla storia afrocamericana è oggetto di grandi dibattiti in numerosi Stati dell’Unione – incluso lo stesso Alabama. I visitatori potranno arrivare al parco in barca, ripercorrendo l’odissea di decine di migliaia di schiavi deportati in un passato non troppo remoto. Potranno osservare manufatti originali e 48 sculture di 27 artisti famosi, tra cui Alison Saar, Kwame Akoto-Bamfo, Wangechi Mutu, accompagnati in un viaggio interattivo.
Queste sculture servono ad avvicinarsi al nuovo monumento nazionale che ricorda la libertà: aperto a libro, iscritto coi nomi di oltre 120.000 neri americani emancipati, ovvero liberati dalla schiavitù dopo la guerra civile americana, ricavati dal censimento del 1870.
Akoto-Bamfo attraverso una serie di installazioni, ha raccontato una famiglia nelle sue varie fasi di vita; una di queste opere, che la ritrae in piedi, è stata collocata davanti all’imponente monumento nazionale, alto 43 metri e lungo 150.

“Per approfondire la nostra comprensione collettiva dell’ingiustizia razziale e del suo impatto sulle questioni contemporanee, il nostro paese deve fare i conti con la dolorosa storia e l’eredità della schiavitù”, ha detto Stevenson.
Il parco traccia anche la storia dell’apartheid dopo la guerra civile, e dei linciaggi subiti dalla comunità nera nel sud (oltre 6.500 documentati da EJI fra il 1865 e il 1950).
Secondo il New York Times, l’EJI ha speso oltre 5 milioni di dollari per questo progetto, che è stato in parte finanziato dalle donazioni ricevute in seguito all’ondata emotiva provocata dall’omicidio di George Floyd nel 2020: l’uomo morto soffocato a Minneapolis durante l’arresto da parte quattro agenti di polizia, intervenuti in seguito alla chiamata di un negoziante, che riteneva di essere stato pagato con una banconota contraffatta.
Nel video promozionale che ne anticipa l’apertura, la voce narrante ricorda che deve esserci un luogo nel paese, dove coloro che sono stati rapiti, abusati, ridotti in schiavitù e deportati nei campi di lavoro forzato lungo il fiume Alabama, dovranno essere celebrati senza che le loro storie vadano disperse. Questi uomini e queste donne, finalmente, hanno trovato la loro voce; qui saranno esplorati e onorati.