I familiari del grande poeta cileno premio Nobel per la letteratura, morto nel 1973, sono sempre più convinti che il decesso non avvenne per cause naturali ma per avvelenamento da botulino, pochi giorni dopo il golpe di Augusto Pinochet in Cile. Il nipote di Neruda, Rodolfo Reyes, lo ha ribadito a Capri durante un evento in occasione del cinquantenario della morte dello scrittore, che proprio sull’isola azzurra trascorse un lungo soggiorno da esule con Matilde Urrutia, che poi divenne sua moglie, e dove scrisse alcuni celebri versi.
“Ci piace molto che a Capri si continui a ricordarlo, con la gioia di vivere dei capresi, con i suoi disegni e la sua arte” ha detto Reyes.
I familiari del poeta sono impegnati da anni in una battaglia legale, dopo aver ottenuto la riesumazione della salma, che punta alla verità sulla morte di Neruda. Per Reyes, sono cruciali le conclusioni di due laboratori in Danimarca e in Canada che hanno già certificato la presenza nelle spoglie del poeta di clostridium botolinum, un batterio altamente tossico. Neruda morì in clinica dove era stato portato di corsa mentre si trovava nella sua casa sull’Isla Negra, 100 chilometri a sud di Santiago. Era il 23 settembre 1973, 12 giorni dopo il golpe e la morte del presidente Salvador Allende. Sarebbe dovuto partire per il Messico. Per i familiari, fu falsificato il certificato di morte.
“Aveva un tumore alla prostata ma non fu il tumore a ucciderlo, fu un intervento dall’esterno” ha detto Reyes. “Oggi vengo qui a Capri dove Pablo si innamorò della gente, a dire la verità. La verità deve emergere in Europa, perché in Cile non la vogliono”.
“Capri regina di roccia”, scriveva Neruda, versi che ancora oggi sono incisi nelle strade dell’isola e nei luoghi a lui tanti cari tra cui il belvedere di Punta Tragara.
All’evento caprese erano presenti anche Elisabeth Flores, avvocato querelante nel processo sulla morte di Pablo Neruda – la famiglia chiede alla magistratura cilena una sentenza che sancisca l’assassinio – e Roberto Ippolito, autore del libro “Delitto Neruda” pubblicato da Chiarelettere.