Fu il più grande tenore della storia, o almeno il più celebre. A Enrico Caruso l’Istituto Culturale Italiano a New York dedica una serata celebrativa nel centocinquantenario dalla nascita.
Caruso vide la luce infatti il 25 febbraio 1873 a Napoli, da umile famiglia: il padre era operaio, la madre donna delle pulizie, scomparsa per tisi quando il ragazzo aveva appena 15 anni. Fu per l’insistenza di lei però che il piccolo Caruso dopo le elementari si iscrisse alle scuole serali – di giorno lavorava col padre in fonderia. Si scoprì un talento per il disegno, poi per il canto, cresciuto nel coro della chiesa. Lo sentì cantare una messa di Saverio Mercadante il baritono Eduardo Missiano: fu l’inizio della carriera. Nel 1895 i primi successi di critica, nel 1897 cantò a Milano e all’inaugurazione del Teatro Massimo a Palermo; negli anni successivi cominciò le tournée nei grandi teatri europei interpretando Verdi e Puccini.

ANSA/UFFICIO STAMPA COMUNE DI LASTRA A SIGNA
Fu il primo grande cantante a incidere dischi (e ne vendette oltre un milione con “Vesti la giubba” dai Pagliacci di Leoncavallo) e a prestarsi al cinema (Mio cugino e The Splendid Romance). Nel 1903 era a New York a cantare il Duca di Mantova nel Rigoletto, Radames nell’Aida, Cavaradossi nella Tosca: primo tenore italiano a conquistare il pubblico della Metropolitan Opera House.
Anche per questo l’Istituto Italiano di Cultura gli dedica un evento di musica dal vivo in coincidenza con l’attribuzione del Caruso Tribute Prize New York, riservato a personalità di eccellenza italiana che si siano distinte negli Stati Uniti e altrove – nel mondo dell’opera e degli affari.
Quest’anno il premio va all’attore Armand Assante, ai tenori Matthew Polenzani, Amadi Lagha e Gianluca Terranova, al cantante Cesare Rascel, al giornalista Rai Claudio Pagliara, al deputato Christian Di Sanzo, all’avvocato Michele Sarno, al fondatore di Bici&Baci Claudio Sarra.
Presentano l’evento il professor Fabio Finotti e Dante Mariti, Presidente di Melos International, con la partecipazione del soprano Joanna Parisi e del pianista Craig Ketter.

Enrico Caruso morì nel 1921 a soli 48 anni lasciando attonito il mondo; le sue sorti restarono legate agli Stati Uniti fino alla fine. Dopo un amore poco fortunato con Ada Botti Giachetti, da cui aveva avuto due figli (Rodolfo ed Enrico Junior), nel 1918 sposò una ragazza americana di buona famiglia, Dorothy Benjamin, da cui ebbe la figlia Gloria. Cominciò a star male dopo una lunga tournée in Nord America; gli fu infine diagnosticata una pleurite. Operato al polmone sinistro, tornò a casa in convalescenza, a Sorrento. Qui gli fu diagnosticato un nuovo guaio, un ascesso polmonare che a Napoli non furono in grado di curare; non fece in tempo a raggiungere Roma. Fu sepolto proprio nel cimitero partenopeo di Santa Maria del Pianto vicino alla tomba di Antonio de Curtis, in arte Totò.