“Sono fortunata a vincere un premio per la poesia da viva” ha detto Vivian Lamarque sul palco del meraviglioso Tempio di Venere a Roma, all’interno del Parco archeologico del Colosseo. Serata di premiazione della prima edizione del Premio Strega Poesia: per Maria Grazia Calandrone, “Ammesso che ne abbiano uno, compito dei poeti è soprattutto quello di segnalare il limite delle parole, costruire un erbario vivente di parole alle quali la terra del proprio pensiero e, soprattutto, della propria esperienza, dia nuova linfa”.
L’autrice di L’amore da vecchia (Mondadori), ha ricevuto 33 voti a suo favore su 98 espressi. In graduatoria poi: Umberto Fiori, Autoritratto automatico (Garzanti), con 24 voti; Silvia Bre, Le campane (Einaudi), con 17 voti; Stefano Simoncelli, Sotto falso nome (Pequod) con 14 voti; infine Christian Sinicco, Ballate di Lagosta (Donzelli), con 10 voti.
L’opera poetica vincitrice è stata scelta dagli Amici della poesia, una giuria composta da cento donne e uomini esponenti del mondo della cultura che si occupano di poesia e che comprende anche i componenti del Comitato scientifico del Premio di cui fa parte la stessa Maria Grazia Calandrone, finalista al Premio Strega 2023, con Dove non mi hai portata.
Lamarque si aggiudica un premio che nelle intenzione della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci vuole assecondare un nuovo rinascimento dell’arte poetica, a lungo completamente ignorata dalla cultura di massa.
Figlia adottiva, Lamarque ha costruito una mitologia intorno alla sua complessa storia familiare, facendo dell’infanzia, della maternità, della natura e dell’eros i suoi temi preferiti. Con L’Amore da vecchia, recupera il senso dell’amore a cui non si era abbandonata. Il titolo stesso riflette l’irriverente voce di una poetessa che, alla soglia degli ottant’anni, desidera affrontare la terza età con la sua consueta ironia.
La vincitrice della prima edizione del Premio Strega Poesia tratta l’amore con la delicatezza del linguaggio infantile e delle fiabe, la peculiare semplicità dei versi si rivela l’opposto della banalità. Il tono delle poesie è costantemente quello della meraviglia e della resa: una selezione di parole e affermazioni di base, che potenziano il processo semantico, costringendo il lettore a percepire la profondità di un sentimento che anche da vecchi sa sorprendere come da bambini.
Per Lamarque, l’amore serve a contemplare il mondo: piante, alberi, stagioni, oggetti inanimati.
Un libro diviso in nove sezioni, ognuna a rappresentare un tipo di amore, quello per i vecchi fidanzati che nel tempo si sono trasformati in illusioni, per la famiglia, per gli alberi e per il cinema.
“Perché alla mia età, l’amore è diffuso, serve a contemplare il mondo, la vita tutta” ha commentato Lamarque. La letterarietà della poesia viene sostituita da una sorta di canto o filastrocca; perché l’amore non si riduce soltanto a ciò che è stato ma a quello che potrebbe nuovamente essere, ripresentandosi ogni volta in una forma diversa, ma sempre riconoscibile.