E un altro pavillon che si aggiunge al gioiello dell’arte moderna sull’Hudson. Una cittadella della creatività che continua ad allargarsi e fortificarsi. Nei nuovi spazi del Magazzino Italian Art si è accomodato adesso un raffinato blocco di cemento a vista che si innesta nel verde. Le nuove mostre in esposizione dal 14 settembre segnano la fusione di tre mondi che hanno contribuito a realizzare questo progetto: Italia, Stati Uniti e Spagna. E’ cosi che Magazzino e tutto il suo team con una grande festa hanno voluto inaugurare il secondo edificio, dedicato a Robert Olnick, a cui hanno lavorato due architetti spagnoli: Alberto Campo Baeza, 76 anni, già disegnatore della casa di Cold Spring dei fondatori Nancy Olnick e Giorgio Spanu, e Miguel Quismondo, 50 anni, che aveva progettato anche il primo edificio. “Quando me l’avevano proposto l’altra volta, era la prima e ho provato una gioia infinita – racconta Quismondo. – Questa, invece, è stata una grande opportunità di tornare a lavorare con Alberto che è il mio maestro e quindi di imparare da lui e crescere ancora”.

Il Robert Olnick Pavilion è uno spazio espositivo di 1208 metri quadrati che, al momento, ospita tre mostre inedite: al piano terra, Parole di colore di Ettore Spalletti e The Rise of the ‘60s di Mario Schifano, che si conclude al secondo piano con gli oggetti di design di Timeless Masterpieces di Carlo Scarpa (dalla collezione personale di Nancy Olnick e Giorgio Spanu). Poi si completa con Cafè Silvia, il bar-ristorante italiano gestito dallo chef Luca Galli, e The Store, il negozio che offre pubblicazioni di Magazzino e relativi ad altri artisti di Arte Povera, oggetti di design di vetro di Murano e di ceramica sarda, stampe e cartoline e gioielli ispirati alle opere del museo.
“Magazzino è il risultato di tante storie d’amore” – confessa Nancy Olnick, gira per le sale sfoggiando collane, bracciali e anelli di Co.Ro.Jewels, uno dei brand in vendita a The Store. “C’è quella fra i miei genitori, a cui Michelangelo Pistoletto ha voluto rendere omaggio riprendendo una loro fotografia e mettendola all’ingresso del nuovo padiglione come accoglienza a tutti i visitatori. Poi c’è la mia passione per l’Italia e per la sua arte, che mi hanno portato anche all’amore per mio marito Giorgio Spanu. Dopo il mio primo divorzio, ogni volta che lasciavo i miei figli al mio ex fuggivo nella vostra penisola. Poi una mia vecchia amica mi ha organizzato un appuntamento al buio con Giorgio e da lì non ci siamo più lasciati”. Spanu guarda con adorazione la propria moglie: “Siamo entrambi nati su un’isola: tu a Manhattan, io in Sardegna. Tu mi hai fatto reinnamorare del mio Paese”.

Il lavoro di Campo Baeza e Quismondo è impeccabile. L’interno del nuovo edificio si fonde in armonia con la natura esterna che circonda tutto Magazzino. Per l’occasione sono state allestite tre tende con tre ricevimenti diversi: in uno si serve l’aperitivo all’italiana, in un altro pasta e gelato, nel terzo hamburger e pannocchie in stile americano. “Ci si rende conto della forza di questo spazio solo quando lo si viene a visitare di persona – dichiara Mariangela Zappìa, Ambasciatrice Italiana negli Stati Uniti, presente all’inaugurazione. – Avevamo bisogno di un posto del genere, dove ci dimentichiamo quello che c’è fuori per far emergere quello che abbiamo dentro e siamo circondati dalla pace della natura. Vittorio è riuscito a mettere insieme tutto questo rendendolo locale, della comunità”
“To the next building!” è il brindisi di Calabrese, direttore di Magazzino.
