Fra i progetti in esposizione all’Agora Gallery a Chealsea (530 W 25th St.) ci sono anche Sidewalk Diaries e Papercuts di Marco Gallotta, che inaugura oggi questa nuova collaborazione. Le immagini “tagliate”, firma stilistica dell’artista, si inseriscono benissimo nel flow della galleria: i muri in cemento lasciati a vista, le pareti bianche immacolate, le opere allineate e la musica classica di sottofondo creano insieme un senso di equilibrio e pace che stona con il traffico dell’esterno. “Sono passati vent’anni da quando mi sono trasferito qui a New York per frequentare un corso di design all’università, – racconta Gallotta. – Ma è la prima volta che espongo all’Agora Gallery”.
Principalmente un illustratore, ha collaborato con diversi brand, ma quando si occupa dei suoi progetti ha uno stile tutto suo: da una fotografia, intaglia e crea nuove figure. “La tecnica sottrattiva è il mio segno distintivo. Ho cominciato con i colori e poi li tiravo via. Poi ho continuato con la carta, ma adesso lavoro anche con altri materiali, come il metallo o la pelle”.
Tutti i tagli sono fatti a mano libera, senza una linea tracciata a matita da seguire?
Sì, tutto è spontaneo. È come disegnare, ma con un bisturi. È un po’ un gioco: so dove inizio, ma non so mai dove e come finisco. Quando mi fermo, a volte penso che l’opera abbia bisogno di qualcos’altro, cercando di rispettare l’idea di avere un prodotto che non sia molto elaborato. Quando lavoro a delle collaborazioni, sicuramente i disegni sono più studiati perché magari devo rispettare le linee guida del brand oppure devo dare visibilità a una caratteristica particolare.
I soggetti delle fotografie di Sidewalk Diaries sono persone comuni, che camminano per strada. Spesso sono distratte: chi sta al telefono, chi ascolta la musica dalle cuffiette. Perché questa scelta?
Le fotografie sono di Claudio Napoli, artista italiano e anche amico, che intorno al 2018 mi ha presentato questa serie di scatti tutti dedicati e realizzati a New York. Mi è piaciuta tantissimo fin da subito perché mi intrigava l’idea di trasformare con i miei tagli le immagini di persone completamente all’oscuro di tutta la situazione e di crearci sopra delle storie, provando a capire che cosa stessero facendo per la strada.

Perché proprio Agora Gallery?
Un po’ di mesi fa sono stato contattato da loro perché interessati ai miei lavori. Agora Gallery ha una serie di collaborazioni con artisti fissi che presentano periodicamente e in esclusiva i loro progetti. Al momento io non sono fra questi, ma vedremo anche come va da questa prima serata. Di certo si tratta di un’ottima vetrina e mi dà la possibilità di interfacciarmi con diversi collezionisti a cui poter vendere le mie opere.
Ci sono altri progetti in programma per il futuro?
Avendo imparato a lavorare anche con altri materiali, tipo il metallo, mi sono occupato di public art. Al momento, ho aperto una collaborazione con la metropolitana di New York e sto lavorando a un’installazione che verrà presentata al pubblico a maggio 2024.