Si è aperta con l’inno di Mameli cantato dal coro avvolto nel vessillo nazionale e un volo tricolore che ha celebrato la consonanza di due centenari, quello della costituzione dell’Aeronautica miliare italiana e quello del festival lirico più antico al mondo, la serata di esordio dell’Arena di Verona Opera Festival, manifestazione che dal 1913 è stata interrotta soltanto da una pausa decennale dovuta alle due guerre mondiali.
La serata televisiva
Primizia della stagione, tenuta a battesimo da Sophia Loren che 70 anni fa esordì nel ruolo della principessa etiope nel film di Clemente Fracassi, è stata la 738a replica dell’Aida, la stessa opera di apertura del 1913, trasmessa in mondovisione grazie a Rai Cultura e Rai Uno e fruibile, on demand, dal sito raiplay.it.
La serata televisiva dal titolo “Arena di Verona, cento anni in una notte” è stata condotta da Milly Carlucci, affiancata da Alberto Angela, soprattutto per quanto riguarda gli approfondimenti storici, e da Luca Zingaretti che ha intervistato Antonio Albanese nell’inedita veste di regista del Rigoletto. Nel corso della pausa centrale Antonio di Bella, noto corrispondente Rai da New York, ha ricordato un paio di collegamenti tra l’immaginario cinematografico di Hollywood e la lirica: il lungometraggio “Toro Scatenato” di Martin Scorsese, nel quale viene proposta “Cavalleria Rusticana” di Mascagni, e “Philadelphia” in cui Tom Hanks ascolta Maria Callas cantare “La mamma morta”.

Un’opera di cristallo tra passato e futuro
Un’Aida sorprendente grazie alla messa in scena complessiva di Stefano Poda che ha curato regia, scenografie, luci e costumi ponendo al centro una mano metallica emergente dal palcoscenico, tra rovine di colonne greche e anticipazioni avveniristiche, e utilizzando proiezioni laser e giochi di luce per sottolineare la drammaticità dei passaggi e attribuire maggiore solennità all’opera stessa cercando di «conciliare grandiosità e intimità in un salto nel futuro», secondo le sue stesse parole. Un pertugio dischiuso sul mistero nascosto nelle pieghe dell’anima, senza tempo né spazio definiti, «un’opera di cristallo» come l’ha definita il Sovrintendente di Fondazione Arena Cecilia Gasdia, che lascia trasparire la bellezza dell’anfiteatro romano dietro l’allestimento multimediale che ha portato in scena oltre trecento artisti e trasforma la marcia trionfale in una coreografia dai contorni postmoderni. Una soluzione che, da un lato ha suscitato la perplessità dei melomani che si attendevano una rappresentazione classica, e dall’altro ha soddisfatto il palato di chi privilegia il contesto musicale e si lascia sorprendere dalle attualizzazioni sceniche. «Poda – ha dichiarato il vicedirettore artistico di Fondazione Arena, Stefano Trespidi – racconta una vicenda umana che attraversa i conflitti della guerra, del potere, della gelosia, e approda alla pace impiegando tutte le suggestioni della sua arte e tutte le forze della Fondazione, che hanno fermamente creduto in questo progetto».
Protagonisti della serata
Protagonisti indiscussi della serata due colossi della lirica mondiale: Anna Netrebko nella parte di Aida e Yusif Eyvazov nei panni di Radamès, affiancati da Olesya Petrova (Amneris), Roman Burdenko (Amonasro) e Michele Pertusi (Ramfis). La direzione musicale di Marco Armiliato ha saputo mantenere coerenza e precisione destreggiandosi, insieme ai 160 musicisti coinvolti, all’interno della imponente messa in scena di Poda, coniugando il rigore dell’esecuzione con dinamica e colori mai eccessivi.
Presenti alla serata di esordio anche molte cariche istituzionali, a partire dai presidenti di Camera e Senato, seguiti dai ministri Calderone, Casellati, Ciriani, Calderone e Sangiuliano e Urso e dai sottosegretari Mazzi e Sgarbi. Tra tra gli spettatori anche l’attore Matt Dillon e il conduttore Amadeus. Cospicua la presenza degli stranieri, stimati complessivamente da Trespidi in circa il 60% degli acquisti complessivi dei biglietti della stagione lirica areniana.
Lodevole l’iniziativa dall’amministrazione comunicale di Verona che ha installato quattro maxischermi in altrettanti quartieri della città scaligera per coinvolgere la cittadinanza in una visione collettiva, celebrando nelle piazze il centenario del Festival.

Chiusura del Festival il 9 settembre
L’Arena di Verona Opera Festival proseguirà sino al 9 settembre con 8 titoli d’opera (Aida, Carmen, Il Barbiere di Siviglia, Rigoletto, La Traviata, Nabucco, Tosca, Madama Butterfly), 4 serate di gala (Roberto Bolle and Friend, Juan Diego Flórez in Opera, Plácido Domingo in Opera, Jonas Kaufmann in Opera) e il concerto dell’orchestra del Teatro alla Scala a fine agosto. Date e titoli sono pubblicati sul sito arena.it, che consente in maniera chiara e immediata anche l’acquisto dei biglietti per l’intera stagione.
«È un onore e una gioia immensa poter presentare il nostro 100° Festival qui, nel cuore pulsante dell’Europa e dei suoi valori – ha dichiarato il Sovrintendente di Fondazione Arena Cecilia Gasdia – la speciale ricorrenza del 100° vuole una volta di più unire il pubblico di ogni latitudine nel segno della musica, nostro biglietto da visita e linguaggio veramente universale».