Prendere un bus per turisti e trasformarlo in una struttura mobile per attività dopo-scuola, oppure un van per consegne e mutarlo in un impianto di trattamento per l’acqua potabile, o un camion dei pompieri per riqualificarlo come studio di danza. Questo e’ Rennervations, il nuovo reality itinerante di e con Jeremy Renner. Il celebre attore americano, in via di miracolosa quanto grintosa guarigione dopo il terribile incidente patito il 1 gennaio scorso – travolto dal proprio spazzaneve a Tahoe – coniuga la sua passione per i veicoli dismessi con l’idea della trasformazione e dell’offerta di aiuto a chiunque ne abbia bisogno, soprattutto i bambini.
Rennervations – gioco di parole tra Renner e rinnovi – ha debuttato sulla Disney+ lo scorso 12 aprile, con la prima di quattro puntate di circa 50 minuti ciascuna girate tra Reno, Chicago, il Messico e l’India. Si tratta della prima serie ma Renner e soci prevedono una seconda stagione.
Abbiamo parlato di Rennervations con la produttrice della serie Romilda De Luca, di Caserta, da 14 anni a Los Angeles, business partner e grande amica di Renner. De Luca lavora da sempre tra marketing e cinema e televisione: e’ la rappresentante del gruppo Stellantis (Fiat, Crysler, Alfa Romeo, Lavazza), e collabora con Renner – oltre che con star e “brand” come Jennifer Lopez ed Eminem – da anni. Di Renner dice che e’ un vulcano, una forza della natura, uno che non si ferma mai: “Si e’ fratturato 40 ossa tre mesi fa, ed è venuto sul red carpet per presentare la sua serie!” dice riferendosi alla prima di Rennervations. Lei stessa è un vulcano di energia.

Romilda, come e’ nata l’idea di Rennervations?
Con Jeremy [Renner] siamo amici da una decina di anni, soprattutto per via di progetti di marketing. Già nel 2019 Jeremy mi parlava di questi veicoli che stava comprando e collezionando a Reno. Era prima della pandemia, e mi chiedeva: “Che ne pensi dell’idea di trasformare questi mezzi per nuovi utilizzi?” Jeremy odia gli sprechi, adora il riciclo e ama l’idea di aiutare bambini in difficoltà e chiunque sia bisognoso.
Da qui nasce lo show?
Sì, lui lo intendeva come un “movimento”, qualcosa che potesse aiutasse comunita’ fragili, che andasse aldilà della semplice ristrutturazione dei veicoli. Un movimento sociale di re-immaginazione e intervento. Non solo qui in USA, ma in tutto il mondo.
Avete girato quattro puntate, prima del suo incidente. Quante ne avete in programma?
Jeremy non si fermerebbe mai. Ha 200 veicoli parcheggiati nel suo Rennercamp a Reno. Li compra all’asta, e la sua idea e’ “più ne compro, più ho la possibilità di aiutare le comunità nel mondo.”
Poi e’ arrivata la Disney.
Quando abbiamo trovato la Disney+ siamo partiti a raffica. Quattro veicoli subito, qui in America, Messico e India. E abbiamo già ricevuto riscontri da organizzazioni in tutto il mondo. Il “movimento” che Jeremy immaginava si e’ davvero messo in moto.
Come avete scelto questi primi veicoli?
Siamo partiti da Reno, dove Jeremy e’ cittadino onorario, dove aveva già iniziato a trasformare dei “fire trucks” in “party trucks” per bambini ammalati negli ospedali. Jeremy e’ il portabandiera del programma Big Brother Big Sister fin dal 2019, che si occupa dell’affiancamento di tutori a bambini a rischio. E’ un’organizzazione più grande di quello che credevo. In Nevada il problema dei bambini con situazioni difficili in famiglia e’ enorme. Durante la pandemia l’idea era creare un centro mobile di intrattenimento.
Poi siete andati a Chicago.
A Chicago siamo arrivati tramite un musicista amico di Jeremy che ci ha presentato BASE Chicago, un’organizzazione che cerca di tirar fuori i bambini dal ghetto ed evitare che finiscano nelle gang. Jeremy nasce nasce come musicista, per lui la musica e’ anche un veicolo di emancipazione, ed ha trasformato un bus turistico in uno studio musicale.
Il Messico.
Il Messico ci è stato presentato da amici di amici. I bambini messicani sono fantastici, giocano a pallone, fanno musica, cucinano. L’idea era sport, dancing, chef. Avevamo pensato di trasformare un camion in un “food truck” di preparazione di cibo per bambini. Ma durante la pandemia sono sorti problemi igienici e l’obiettivo è cambiato il truck è diventato uno spazio per la musica e il ballo. E’ un episodio bellissimo. E’ stata un’emozione vedere i bambini che finalmente possono uscire di casa e ballare.
L’episodio indiano analogamente è stato forte ed intenso. Jeremy e la sua troupe hanno riconvertito un camion per portare acqua potabile fuori delle scuole. In India e in Africa i bambini non hanno né cibo né acqua pulita. Un problema serissimo, a cui questa idea cerca di porre, anche solo minimamente, rimedio.
Avete dunque effettuato grandi spostamenti?
Certo, Jeremy è stato dovunque due volte: la prima per l’incontro con le organizzazioni e comunità per capire di cosa avessero bisogno, la seconda per consegnare il veicolo trasformato per quelle esigenze. Ogni consegna viene eseguita da una celebrità, come Anthony Mackie, Vanessa Hudgens, Sebastian Yatra e Anil Kapoor.
Ci sono altri episodi pronti?
Non ancora, ma Jeremy intende farne uno dopo l’altro, sempre che Disney+ acconsenta. Tutto dipende dagli ascolti e dai riscontri, che per adesso sono ottimi. Jeremy si fa consigliare anche dalla figlia di 10 anni, dotata di grande immaginazione. Speriamo di iniziare un Rennervations 2 quanto prima.

Dov’era lei quando Jeremy ha avuto l’incidente?
Ero qui a Los Angeles. Il primo gennaio mi ha chiamato il sindaco di Reno: vorrà augurarmi Buon Anno, ho pensato. Non era così. Sono subito volata a Reno, dove Jeremy era ricoverato, e sono rimasta lì tutta la settimana in ospedale con la famiglia. Gli ultimi due anni li avevo vissuti con lui in simbiosi, ed era giusto così. Jeremy non è solo il mio business partner, ma un intimo amico. Ha una forza strepitosa. Sfido chiunque a stare in piedi e attivo dopo tutto quello che ha patito lui. Pensi che la prima cosa che ha detto quando si è svegliato dal coma indotto, ancora rintronato, è stata: “Guai a voi se spostate la prima della serie!” Jeremy è un vero supereroe!