È stupefacente la capacità del Ballet de Lorraine di restituire due opere poco frequentate di Merce Cunningham: Four Walls eSounddance. Certo, la compagnia francese con sede a Nancy è celebre per la sua predilezione americana e viaggia in Europa con un repertorio che include anche lavori di Twyla Tharp e Trisha Brown. Tuttavia per la ripresa, anzi per la ricostruzione di Four Walls (1944), ribattezzato For Four Walls, lo sforzo produttivo deve essere stato consistente. Il direttore e coreografo dell’ensemble, Petter Jacobsson, si è avvalso della collaborazione di Thomas Caley, stupendo ballerino della Merce Cunningham Dance Company sino a Biped del 1999, mentre ha lasciato la ripresa di Sounddance (1975) a Caley e a Meg Harper, altra danzatrice, ma di più vecchia data nella compagnia di Merce.
Al NYU Skirball Center, For Four Walls sarà la punta di diamante di una tournée solo newyorkese. Di questa lontana pièce, tra le prime co-firmate da Cunningham e John Cage, neppure i due ricostruttori, incontrati al Teatro Lac di Lugano durante un esclusivo debutto svizzero, conoscevano l’esistenza di un brevissimo frammento video. Sul cocuzzolo di una montagnetta alcuni danzatori si muovono senza cautela, uno di loro è lo stesso Merce venticinquenne. Quanto alla musica, si sapeva che le “quattro mura” del titolo significavano il tormento psichico di Cage in procinto di divorziare l’anno successivo da Xenia, una scultrice surrealista, sua moglie da dieci anni, e inoltre che l’intero spartito era andato perduto e poi in parte riscoperto negli anni Settanta (solo il primo movimento di una sonata di un’ora) dal pianista Richard Bunger.

Al Skirball Center gli americani ritroveranno la brava Vanessa Wagner, intenta a restituire al piano una struttura ritmica contrassegnata da silenzi e ripetizioni che Cage considerava antesignana del minimalismo di Philip Glass e Steve Reich e in origine contemplava pure due canzoni. Sui silenzi è ancora recitato un testo ideato da Cunningham concernente un certo tipo di “American family life”: tra conflitti e delitti può somigliare a una tragedia greca o a certa poesia drammatica alla T.S. Eliot anche se la scrittura scorre vicina a James Joyce. Tutto ciò permane nella complessa ricostruzione riservata da Jacobsson e Cauley a ventiquattro danzatori del Ballet de Lorraine in costumi da prova chiari e differenti. Resta persino lo spazio che tra vetrate specchianti o trasparenti dalle quali spunta l’esterno, e larghe quinte mobili, vuole somigliare all’originario set-design di Arch Lauterer, destinato al teatro della Summer School a Perry-Mansfield, dove Four Walls fu allestito per numerosi studenti anche attori.
Ciò che in questo For Four Walls più colpisce è lo spirito fresco e di ricerca: anima una costruzione coreografica che sfugge a se stessa, non si ferma, se non per far largo alle parole, tra piccoli raggruppamenti e una vertigine di movimenti formalistici e indescrivibili. Considerando la giovane età di Cunningham e Cage nel 1944, i due ricostruttori si sono messi nei loro panni: Cunningham ancora alla ricerca di una cifra stilistica, Cage ancora soggiogato da uno strumento tradizionale e da una chiara struttura ritmica in do, anche se riservata ai soli tasti bianchi del piano.

La bravura e la straordinaria precisione e tenuta scenica dei danzatori del Ballet de Lorraine si conferma in Sounddance, un pezzo mozzafiato, creato da Cunningham per dieci elementi della sua compagnia all’indomani di una residenza di nove settimane all’Opéra di Parigi e di un intenso lavoro con i danzatori parigini che gli aveva creato un certo stress a causa della loro rigidità accademica. Per sfogarsi concepì una coreografia – il titolo tratto dalla prima riga del Finnegans Wake di Joyce – compatta ed estenuante. Obbliga i danzatori a mantenere per diciassette minuti un livello di energia costante nei lift, nei movimenti di Contact Dance, nei twist del busto.
Su una musica di David Tudor non più elettronica, come nel 1975, ma eseguita al piano da Laura Mateos (Untitled, 1994), e negli stessi costumi originali di Mark Lancaster color giallo chiaro e grigio, i dieci “eletti” del Ballet de Lorraine entrano ed escono sempre e solo da un invisibile strappo centrale nel fastoso drappeggio color sabbia dorata del fondale: spumeggianti, radiosi come una giornata di sole. Il pubblico newyorkese vedrà invece il rosa fucsia di Cela nous concerne tous (Ci riguarda tutti) di Miguel Gutiérrez che sempre predica un futuro queer.
Al NYU Skirball il 21 e 22 aprile 2023 ore 7,30 pm: Cela nous concerne tous (This Concerns All Of Us) e For Four Walls
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