Grande cerimonia a Los Angeles all’Hollywood TLC Chinese Theater per l’inaugurazione del festival di cinema Los Angeles Italia. C’erano il sottosegretario alla cultura senatrice Lucia Borgonzoni, la nuova console Raffaella Valentini, attori e attrici e registi, meno il direttore e fondatore Pascal Vicedomini. Lui non c’era.
“Me lo ha detto mentre ero a Londra in rotta verso los Angeles, che non sarebbe venuto – ha spiegato il regista Ozpetek che ha ricevuto l’Excellence Award – altrimenti non sarei venuto neppure io” ha ammesso.
“Me lo ha detto poco prima della inaugurazione” ha raccontato la presidentessa onoraria Raffaella De Laurentiis che ha fatto le sue veci e consegnato i premi.
Motivi di salute, è stata la spiegazione ufficiale, ma questo è il terzo anno che Pascal Vicedomini, famoso produttore italiano, non passa la frontiera americana. Il primo era colpa del covid, il secondo è stato per improvvisi impegni di lavoro, stavolta la salute.
Il suo nome però di recente è apparso non solo nei programmi festivalieri hollywoodiani, ma nelle carte di avvocati e giudici coinvolti nel processo all’ex mogul Harvey Weinstein.

Succede infatti che dopo la condanna a 16 anni di carcere comminata ad Harvey Weinstein da un tribunale di Los Angeles dopo il secondo processo a suo carico per molestie e stupri, gli avvocati difensori hanno depositato le carte per la richiesta di appello. E le carte spiegano che non sono state accolte dal giudice Lisa B. Lench delle prove, messaggi su facebook nello specifico, fra la accusatrice numero 1, la modella siberiana Evgeniya Chernyshova, e il produttore Pascal Vicedomini.
Entrambi sotto giuramento hanno dichiarato di essere in sinceri ed esclusivi rapporti di amicizia, ma dai messaggi si evince chiaramente che avevano un rapporto sessuale e che proprio in occasione del festival Los Angeles Italia del 2013 sarebbero nuovamente stati insieme, spiegano gli avvocati difensori di Weinstein, Mark Werksman, Alan Jackson, Kelly Quinn, and Jacqueline Sparagna. Sostengono che la modella era con Vicedomini la notte della presunta violenza, il 18 febbraio 2013, e non nella sua stanza d’albergo come da lei sostenuto. Quindi la violenza non è accaduta.

La modella ha invece testimoniato di aver incontrato Weinstein al Los Angeles Italia Festival e di essere stata poi raggiunta in camera dal produttore e lì violentata. Secondo i pubblici ministeri proprio Pascal Vicedomini avrebbe fornito a Weinstein indirizzo dell’albergo e numero di stanza. Secondo gli avvocati difensori di Weinstein Vicedomini non poteva avere alcun interesse a dargli quelle indicazioni perché la modella era già la sua amante: perché condividerla? Una assurdità, concludono.
Gli avvocati difensori hanno intervistato tre giurati dopo la conclusione del processo che hanno ammesso che se avessero saputo che la teste accusatrice aveva una relazione sessuale con Vicedomini non avrebbero condannato Weinstein. Quindi la modella ha mentito sotto giuramento, ma anche Vicedomini, nella sua testimonianza video.

Prima della rovinosa caduta del mogul dalle stelle alle aule di giustizia, Pascal Vicedomini e Harvey Weinstein erano amici, il produttore hollywoodiano era ospite agli eventi del collega italiano in America e in Italia. Nel 2013 Weinstein era quindi presente al festival Los Angeles Italia dove veniva premiato il regista Quentin Tarantino.
I pubblici ministeri volevano ascoltare la versione di Vicedomini sui fatti e, sapendo che ogni anno dal 2006, quando ha creato il festival, il produttore si reca a Los Angeles in marzo, hanno stabilito come data dell’udienza il 21 marzo 2022. Ma il 17 il suo avvocato Raffaele Di Martino ha fatto sapere ai giudici che il suo cliente non sarebbe venuto in America. Vicedomini ha poi spiegato alla rivista Variety che non poteva allontanarsi da Roma perché stava conducendo lo show “Paradise – la finestra sullo Showbiz” su Rai 2.
A novembre Vicedomini ha testimoniato via video in italiano con un permesso concesso dalla giudice per motivi medici. Ha affermato che la sua con la modella era solo una grande amicizia e assicurato all’avvocato di Weinstein, Alan Jackson, che non gli sarebbe mai venuto in mente di offrire a Weinstein la modella per fini sessuali. “non farei mai una cosa del genere” ha detto. Ha poi contraddetto la modella riguardo alla giacca del mogul rimasta nella stanza al termine dlela violenza che lei avrebbe chiesto a lui di restituire. “non so di che giacca stiate parlando” ha detto in italiano.
La testimonianza della modella è stata l’unica che ha portato alla sentenza di colpevolezza per Weinstein. Per le altre accusatrici la giuria si è divisa e non è arrivata al verdetto. Se ci sarà un appello Vicedomini sarà nuovamente chiamato a testimoniare e stavolta sulla base di messaggi facebook dalla natura sessuale molto esplicita in piena contraddizione con la natura puramente amichevole del loro rapporto da lui dichiarata sotto giuramento.