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February 23, 2023
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Alla Fiera del Coterie il Made in Italy che attrae gli americani

Forte presenza italiana nella rassegna del Jacob K. Javits Center di New York con 70 marchi

Filomena TroianobyFilomena Troiano
Alla Fiera del Coterie il Made in Italy  che attrae gli americani

Sezione italiana del Coterie /foto F. Troiano

Time: 4 mins read

Sponsorizzati dall’Italian Trade Agency (ITA) – l’ente che promuove il commercio estero – settanta marchi italiani del settore abbigliamento e accessori donna, dal 20 al 23 febbraio hanno occupato buona parte dei trentamila metri quadrati degli spazi espositivi.

Coterie, con ricorrenza semestrale, offre visibilità ad aziende provenienti da tutto il mondo e rappresenta una delle principali manifestazioni internazionali del settore moda.

La prima edizione del 2023, però, sembra essere partita in salita con i corridoi meno affollati del solito. La tre giorni, difatti, solitamente si svolge durante la settimana della moda di New York quando si concentrano in città buyer e osservatori del settore. Stavolta, invece, è avvenuta mentre a Milano partiva la fashion week. Comprensibili alcuni toni scontenti visto che gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato extraeuropeo per il “Made in Italy”.

Fiat 500 al Coterie / foto F. Troiano

Dopo il lungo periodo di blocco causato dalla pandemia da Covid 19, l’Italian Trade Agency infatti si vede particolarmente impegnata nell’organizzazione di eventi di sponsorizzazione e networking per le aziende italiane del settore moda.

Il direttore Antonino Laspina conferma gli sforzi in un comunicato ufficiale: -“ITA si impegna a sostenere i nostri brand ed è fortemente coinvolta, non solo in senso economico, ma anche emotivo. È una gioia sostenere le loro vittorie e ne abbiamo viste alcune importanti ultimamente. I nostri marchi presenti a Coterie passati e di oggi sono stati accolti da rivenditori di fama mondiale di altissimo livello, come Saks Fifth Avenue”.

Nel 2022 gli Stati Uniti hanno importato prodotti dall’Italia per un valore di 13,34 miliardi di dollari, con una crescita del +10,4% rispetto al 2021 che supera di oltre il 48% il valore importato nel 2019 pre-pandemia. L’Italia, con una quota di mercato che sfiora il 5%, si colloca al quarto posto nel 2022 tra i principali Paesi fornitori degli Stati Uniti, dopo Cina (11%), Vietnam (33%) e India (10,4%).

Il Direttore dell’ICE Antonino Laspina

Rispetto alla passata edizione di settembre, gli stand nostrani – incrementati di un terzo con diverse new entry – sono stati anche di fattura più importante. Il bresciano Maurizio Miri, alla prima esperienza Coterie, ha portato a New York giacche e tailleur che rimandano alle tendenze dell’alta moda.

Tessuti in preziosa fibra di bambù, lane e bottoni in filigrana realizzati esclusivamente in Italia, danno il senso della dimensione sartoriale. Al design, pari a quello dei grandi brand, Miri ha accostato l’unicità di un taglio da lui stesso brevettato. “I revers delle giacche sono realizzati a taglio vivo – ci ha spiegato il designer – ma solo per l’occhio, perché all’interno (del taglio) seppure impercettibili ci sono le cuciture. Questo impedisce al capo di sfilacciarsi, un dettaglio rilevante se parliamo di accuratezza nella confezione di un abito”.

Il marchio Salvatore Martorana, invece, ha puntato a catturare i buyer statunitensi con cashmere di alta sartorialità italiana e, in particolare, siciliana. La linea Nuvola esposta al Javits Center è una collezione preziosa di capispalla realizzati in doppio cashmere. Due pezzi di tessuto sovrapposti che grazie ad un ago speciale vengono “fusi” così da sembrare un’unica stoffa. Da qui cappotti reversibili dalle linee morbide classiche e giacche prese in prestito dal guardaroba maschile, capi che evocano una moda senza tempo. Palette dai toni della terra, dal bianco al beige e al cammello, sfumature di blu accostate al verde, parlano di raffinatezza.

“La nostra azienda parte dal prestigio del lavoro sartoriale e su misura dei nostri padri – ci ha raccontato il proprietario, Nicola Martorano – l’innovazione risiede nella conoscenza profonda del cashmere e nella scelta di allargare i confini con l’impiego di questa fibra e con le sue qualità. Insieme a questo, la manifattura pone i nostri capi in un settore cosiddetto di nicchia, motivo per cui negli Stati Uniti aspiriamo a coinvolgere acquirenti della distribuzione di lusso”.

stand Giada Curti al Coterie / foto F. Troiano

Direttamente da Altaroma, invece, la designer Giada Curti. Con alle spalle anni di realizzazioni e passerelle haute couture per la kermesse dell’alta moda romana, la stilista laziale è arrivata a New York determinata ad espugnare il mercato a stelle e strisce.

Lussuosi capi da sera, gonne in seta a stampa floreale e lurex pastello, perfetti anche per il giorno. Una collezione resort pensata per le passerelle più esigenti del fashion. Già presente nelle boutique degli Hamptons a Long Island e in Texas, la Curti ha i requisiti perfetti per conquistare gli USA.

Una fotografatissima cinquecento rossa straripante di fiori, posta nella lounge al centro del Padiglione Italia, ha rievocato lo stile di vita italiano. Calzature, borse, cinture, guanti e bijoux lo hanno fatto risplendere. Francesco, del brand napoletano Artigiano del Guanto si è detto entusiasta di essere ritornato a Coterie. “È la nostra seconda volta. Nonostante la sorpresa del cambio di date, questa kermesse ha confermato che il nostro lavoro è apprezzato. I nostri buyer sono tutti ritornati e più entusiasti”. Il laboratorio in attività da cinquanta anni realizza guanti per marchi come Giorgio Armani, Coccinelle e Max Mara. Ogni esemplare è fatto a mano con procedure antiche, dallo stretching della pelle, alla cucitura e alle applicazioni.

Stand Artigiano del guanto al Coterie /foto F. Troiano

Caratteristiche simili appartengono al brand Mela Jewelry che impiega l’artigianato di alto livello per le perle barocche. Manuela Girone e Francesco Di Tommaso, moglie e marito sono i fondatori e la forza creativa dietro al marchio di Bari già realtà robusta negli Stati Uniti, dove continua ad attrarre acquirenti. I materiali grezzi di altissima qualità come perle e pietre semipreziose, incastonate e attorcigliate a seta, cotone e corda rendono le loro creazioni sostenibili.

Così come sostenibile è il marchio RE49, brand friulano delle calzature realizzate interamente con materiali di riciclo. Tele di ombrelloni, pneumatici, materiale delle vele delle imbarcazioni fino al jeans e ai tessuti degli interni auto. La giovane azienda è finalista del premio Compasso d’Oro e già vincitrice di premi in Nord Europa. RE49 si è presentata a Coterie per la prima volta, con tutte le caratteristiche perché gli USA, dove l’economia circolare è una realtà forte, li accolgano con successo.

Stand Re49 al Coterie /foto F. Troiano

“Gli Stati Uniti negli ultimi dieci anni sono ritornati ad acquistare da noi – ci ha detto il direttore dell’ITA Antonino Laspina – grazie al potenziamento del sistema della logistica insieme alla coerenza nella messaggistica di marketing. Oltre ai punti saldi quali il livello altamente competitivo del design insieme all’aspetto qualitativo dei prodotti, l’Italia oggi è in grado di offrire certezze, aspetto incoraggiante per i compratori statunitensi che ripagano con la piena fiducia”.

Il prossimo impegno per ITA sarà il debutto in una fiera itinerante. Un fashion “roadshow” in collaborazione con Designers & Agents e Brand Assembly che dal 13 al 15 marzo partirà da Los Angeles. Si sposterà poi a Dallas, Miami e Atlanta dove nuovi marchi italiani si presenteranno al mercato degli Stati Uniti.

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Filomena Troiano

Filomena Troiano

Originaria di Anzano, in provincia di Foggia, è una ghostwriter e scrive di moda da New York City, dove vive da 18 anni

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