Una grande attrazione per spostarsi fino al cuore del Bronx, superando il buio della metropolitana, i negozi colorati pieni di merce in offerta, la ferraglia rumorosa del treno sulla sopraelevata: lo show annuale delle orchidee al New York Botanical Garden arrivato alla sua ventesima edizione.
Dal 18 febbraio al 23 aprile sarà possibile entrare in un mondo fatato, camminare fra piccoli bacini di acqua, pietre levigate, muschio umido e le teste gentili delle orchidee bianche, fino ad arrivare alla esplosione di colore del centro dell’esposizione, con orchidee di tutte le dimensioni e forme, comuni e rare, e immaginare, per un tempo nostro, di essere in un altrove bellissimo dove non c’è la guerra o i terremoti, e neppure i senzatetto che ci hanno accompagnato nel viaggio in metropolitana, e gli abitanti del Bronx, che vedevamo dall’autobus camminare sui marciapiedi, non sono obesi e di colore e vestiti con poco, perché di poco vivono, lontani non un quartiere, ma mille miglia, generazioni di discriminazione, dal lusso dei bianchi di Manhattan. Immaginare insomma di essere in un Eden dove tutto è armonia e pace e giustizia e il rumore è il fruscio dell’acqua o dei petali smossi al nostro passaggio.

Le orchidee sono una parentesi di bellezza e di pace e nel caso di questo allestimento, della disegnatrice di origine cinese Lily Kwong, sono un ponte fra culture. “Questo show è il mio lavoro più autobiografico – ha detto – viene dalla meditazione e l’esplorazione delle mie radici antiche che vanno indietro generazioni e continenti fino a Shangai. Come prima donna di colore ad allestire questo show mi sembrava importante celebrare la prospettiva asiatica in un momento storico così carico e difficile. Dall’inizio della pandemia c’è stato un aumento dei crimini di odio nei confronti della popolazione di origine asiatica e ho pensato di celebrare anche con i fiori la diaspora dell’est negli Stati Uniti e la comunità cinese di New York.”

Lily Kwong ha seguito un corso di Disegno del paesaggio proprio al NY Botanical Garden, ha anche lavorato a Bologna nel 2019 alla Academy of Global Humanities and Critical Theory. Di base a Los Angeles partecipa a molte iniziative di decoro paesaggistico urbano. Stavolta ha trasformato l’Enid Haupt Conservatory in un luogo che invita alla meditazione. Ci ha spiegato: “ Per tradizione l’acqua è un elemento ying che induce alla riflessione, con la pietra che è un elemento tipico dei giardini cinesi, le felci, il muschio e le orchidee, abbiamo creato una fusione armonica.”
Kwong si è ispirata ai quadri cinesi antichi e ha utilizzato orchidee rare per creare un ambiente in cui l’umanità e la natura tornano a coesistere come in un tempo remoto che forse è esistito solo nelle nostre fantasie.