Si sente dire spesso che l’inglese sia la lingua più facile da imparare, ma la più difficile da imparare bene. E’ uno dei temi del mio libro, Don’t Panic, It’s Just English. E’ il risultato della mia esperienza. Ve ne parlo.
Sono nata e cresciuta a Manhattan con una madre italiana e un padre americano e quando sono arrivata in Italia cinque anni fa per insegnare inglese, non avevo idea del viaggio che stavo per intraprendere. Insegnavo in una scuola dove gli studenti erano adulti, alcuni senior, e volevano coronare il sogno di una vita: imparare finalmente l’inglese. Erano appassionati quanto me e pian piano mi hanno aiutata a sviluppare il mio particolare stile di insegnamento. Sfortunatamente per loro, l’unica esperienza che avevano avuto nell’apprendimento dell’inglese veniva dal sistema scolastico italiano che, sebbene eccellente in molte materie, è carente nell’insegnamento delle lingue straniere. La maggior parte si presentava a lezione pronta a “memorize their way to English fluency”, come se fosse possibile. Ogni volta che i miei studenti insistono nell’imparare a memoria qualcosa nelle mie lezioni, mi tocca dirgli: “Puoi finire naufrago su un’isola deserta con tutti i libri d’inglese mai scritti e non imparare a parlare inglese”. Non sono la sola a pensare che l’approccio all’insegnamento della lingua inglese in Italia sia sbagliato. Secondo uno studio pubblicato l’anno scorso dallo English Proficiency index, l’Italia è tra le ultime nazioni europee nella conoscenza dell’inglese.
Ho anche iniziato a notare quanto i miei studenti fossero spaventati dall’inglese e nervosi nel parlarlo. Ero stupita. Sapevo, per esperienza personale, che è impossibile imparare qualcosa che non piace e mi sono imposta di rendere le mie lezioni divertenti. Mi sono rifiutata di seguire l’approccio didattico cui erano abituati e ho optato per uno stile più moderno, insegno lo slang (di tutto il mondo anglofono) e con i miei studenti parliamo l’inglese che useranno viaggiando all’estero. Così imparano che se chiedono una “vodka lemon” fuori dall’Italia gli verrà dato un bicchiere di vodka con una fetta di limone! Certo, Shakespeare è fantastico e incoraggio tutti a leggerlo. In lingua originale, naturalmente: fidatevi. Ho letto Dante nella traduzione inglese e non è per niente simile all’originale.
Durante la pandemia, mentre eravamo tutti bloccati a casa, mi è venuta l’idea di avviare una pagina TikTok e Instagram per insegnare l’inglese ad un pubblico più ampio. Ho pensato: i miei studenti in classe sembrano apprezzare il mio modo di insegnare, forse lo stesso vale per il resto d’Italia. Ero molto dubbiosa e ho continuato a rimandare fino al marzo 2021, quando finalmente ho lanciato le mie pagine social. Il feedback che ho ricevuto è stato subito positivo e mi sono buttata a capofitto in questo progetto. Ora, più di 2 anni e ~400 mila follower dopo, posso dire che credo che le persone apprezzino davvero il mio approccio schietto e concreto. Anche il fatto che io sia madrelingua inglese li affascina, ovviamente. Crescere in una famiglia bilingue e biculturale è stata senza dubbio una risorsa incredibile quando si è trattato di insegnare l’inglese come seconda lingua agli italiani. E di navigare tra le differenze culturali dei due paesi.
Così, quando la New Book Edizioni mi ha contattato per pubblicare un libro, ho accettato subito! Potrei parlare della lingua inglese fino allo sfinimento. O, per prendere in prestito una espressione anglosassone: “until the cows come home”. Quindi quale modo migliore di diffondere il mio amore per questa lingua se non attraverso un libro? Il suo messaggio è lo stesso che ho ripetuto a tutti i miei studenti fin dall’inizio della mia carriera di insegnante: DON’T PANIC. Il libro stesso è una guida pratica a tutti quei piccoli “segreti” che rendono l’inglese così difficile da imparare bene. Quando si tratta di comunicazione elementare, infatti, non c’è niente di più facile dell’inglese. In termini di grammatica e struttura, l’inglese è un “piece of cake”. Il problema arriva quando si prova a diventare davvero bravi nel parlarlo, perché poi si rivela più complesso. Con questo libro spero di aiutare gli italiani ad abbattere il muro che si frappone tra loro e la conoscenza dell’inglese, rendendo la lingua accessibile, interessante e soprattutto divertente! Spero che esso risvegli nei lettori la stessa passione per la lingua inglese che provo io insegnandola. L’inglese non dovrebbe essere una fatica. E neppure qualcosa che ci si sente costretti a imparare per lavoro. Dovrebbe essere piacevole e stimolante. Spero che i miei lettori la penseranno così una volta preso in mano il mio libro.
“Don’t Panic, It’s Just English” in uscita il 9 febbraio New Book Edizioni