Arrivano a New York gli scatti di Julia Fullerton-Batten. Dal 20 al 22 maggio, alla Caelum Gallery 508-526 West 26th Street. Le opere dell’artista faranno parte dell’esibizione LensCulture New York 2022 che celebra i talenti della fotografia internazionale. Sostenitrice delle minoranze, Julia si è sempre schierata a favore dei diritti sociali, dei no gender e della libertà sessuale. Originaria di Bremen, in Germania, si divide tra Londra e New York.

Ci può spiegare la sua fotografia in una parola?
“Cinematografica. Il cinema è una grande fonte d’ispirazione per i miei lavori che hanno un drammatico setting, un’abbondante illuminazione e un grosso cast”.
Come sceglie i soggetti per le foto?
“L’idea di un progetto nasce da una ricerca. L’immaginario è nella mia testa e poi si concretizza sulla scena in scatti separati (occorre molto tempo). Prima penso ad una storia e al background, successivamente decido personaggi e oggetti. L’autenticità dona enfasi ai miei lavori quindi do molta importanza ai casting per scegliere i miglior soggetti che interpreteranno il ruolo. E non faccio distinzioni tra modelli professionisti e individui che incontro per strada”.
Ci dica qualcosa di più sulla tecnica.
“Mi definisco una visual story-teller, le mie creazioni sono il frutto dei sogni. Luce e colore sono le caratteristiche che compongono il mio stile fotografico. Sul set sto attenta a posizionare le luci perché è importante enfatizzare i dettagli. Il colore è altrettanto rilevante specialmente per come si integra con l’immagine e per questo a volte mi piace usare elementi vintage”.

Il Covid-19 è diventato parte integrante delle nostre vite. Come ha vissuto la clausura?
“La pandemia è stata come un buco nero. Non si sa quanto sia profondo. Allo stesso modo, non si hanno più certezze sul domani, sui nostri cari, sui nostri conoscenti, sul mondo e si vive alla giornata. Dopo lo shock del lockdown imposto dal governo, ho capito che la mia creatività doveva esporsi e quindi ho voluto fotografare quello che stava accadendo. Dopo due anni queste immagini sono diventate il contenuto del mio terzo libro: Looking out from within. L’idea del progetto è stata partorita nel mio quartiere Chiswick, ovest di Londra, osservando tutte quelle persone malinconiche e impotenti che si affacciavano alle finestre. Inizialmente l’ho condiviso sui social media e ha riscontrato un successo inaspettato. In seguito, ho vinto dei premi e sono arrivate le mostre. Ho autopubblicato il libro con una campagna Kickstarter”.

In un mondo pieno di problemi, la creatività può essere distrutta?
“Nessuno è preparato a tutto quello che sta accadendo. Ora, per esempio, nel Regno Unito stiamo subendo la ripercussione della Brexit. Tuttavia, la creatività è presente ed è ben alimentata”.
Altri progetti per il 2022?
“Sono in programma altre mostre in Messico e in Francia”.