Si è conclusa nel segno del futuro la 13.ma edizione del Bif&st di Bari, Festival del cinema e, da quest’anno, della televisione, che ancora una volta ha dimostrato di essere manifestazione sempre molto attenta alle novità del caleidoscopico mondo della comunicazione. L’ultima, grande e molto importante novità, è che il Bif&st per assicurarsi un futuro che non dipenda più da organismi istituzionali, come Regione e Comune, si trasforma in Fondazione Bif&st, garantendosi così una sua autonomia futura. Il che permetterà d’ora in poi alla manifestazione di trovare anche fondi privati per poter continuare a proporre film e ospiti importanti e evitare così il rischio chiusura dopo tanti anni di successo.
E che il Bif&st sia sempre più “non un festival di cinema, ma di cultura” (come lo ha definito l’ideatore e direttore artistico Felice Laudadio) lo dimostrano i dati di questa 13.ma edizione relativi non tanto al numero degli spettatori paganti (più o meno i dati dell’edizione precedente) ma all’attenzione dedicatagli dal mondo del web: il sito ufficiale della manifestazione è stato utilizzato in un settimana da 88.596 utenti! Al momento la “community” del Bif&st conta complessivamente 41.400 persone tra Facebook, Instagram e Twitter.
Degna di nota è anche la grande attenzione dedicata da spettatori e internauti alla nuova sezione del Bif&st dedicata da quest’anno anche alla fiction televisiva (presentazione di ben 15 serie tv – quattro delle quali straniere) e salutata con folta partecipazione di pubblico al Teatro Kursaal: l’hashtag #violacomeilmarebifest2022 è andato in trend topic, il 29 marzo, in 6 Paesi (Portogallo, Italia, Spagna, Argentina, Brasile e Grecia, con 160.000 tweet!
Restando a parlare della presentazione della fiction Viola come il mare, il video di saluto realizzato dai due attori protagonisti –Francesca Chillemi e Can Yaman – è stato visualizzato da 66.00 persone. Infine una novità, anch’essa significativa: su Tik Tok, dove il Bif&st non ha un profilo ufficiale, sono stati creati dagli utenti dei contenuti con l’hashtag #bifest che hanno collezionato 13.300 visualizzazioni
Spazio ora alle proposte cinematografiche di questa 13.ma edizione del Bif&st.
Il panorama italiano visto al Teatro Petruzzelli è stato più che mai di alto livello, non solo per le quattro anteprime mondiali – avvincenti per tematiche, regia e recitazione (Bella Ciao-Per la libertà, Vetro, Tapirulàn, Settembre) – ma anche per i recenti film “di contorno” (mai termine fu meno appropriato!) quali Una femmina, L’ombra del giorno, Ghiaccio, Ennio, Leonora addio, I fratelli De Filippo e Tre piani, proiettati davanti ad affollatissime platee che li hanno salutati con scroscianti applausi.
Già recensite nei giorni del festival le anteprime italiane mondiali, mi soffermo ora sul panorama internazionale che, con le tante proposte di ottima qualità, ha davvero messo in difficoltà i componenti della giuria presieduta dal bravo regista Giuseppe Piccioni (L’ombra del giorno – 2022, Il rosso e il blu – 2012) e composta da Irene Gianeselli, Kristina Kudelova, Cristiana Paternò, e Pierfrancesco Diliberto-Pif. Che si siano trovati in difficoltà nella distribuzione dei premi lo si rileva – da giornalista – nel fatto che nessuno dei film in gara ha ottenuto più di un premio.
Migliore regista: CLIO BARNARD per il riuscitissimo film Alì & Ava–Storia di un incontro, con la seguente motivazione:
Lo sguardo della regista accarezza la storia di un incontro: Ali e Ava appartengono ad una contemporaneità imperfetta e frammentata e offrono allo spettatore la possibilità di credere in una riconciliazione con la vita.
La Barnard, regista inglese sempre più convincente (The Selfish Giant, 2013, Dark River, 2017), cattura lo spettatore con un cocktail di emozioni che trovano nella musica il superamento delle diversità e delle difficoltà di due mondi agli antipodi. I “diversissimi” Alì (Adeel Akhtar) e Ava (Claire Rushbrook) si innamorano sebbene entrambi abbiano già tanto sofferto per amore, lei a causa di un ex marito violento, lui perché nel mezzo di una dolorosissima separazione da un moglie che ancora ama: la gioia, vuole dirci la regista, è dopotutto un atto di resistenza al dolore, sta quindi a noi lottare per raggiungerla. Ottima, a mio giudizio, la scelta di non trasformarlo in un musical perché avrebbe distrutto le romantiche, profonde emozioni su cui si basa il ritmo del film.
Migliore attrice: IRENE VIRGÜEZ per il film La Hija (The Daughter) di Manuel Martin Cuenca, con la motivazione:
Attraversa il cambiamento del suo personaggio dimostrando maturità e capacità di gestire emozioni e processi interiori con una recitazione sospesa tra l’ambiguità e la limpidezza di una difficile adolescenza.
Davvero una sorprendente sorpresa il suo debutto cinematografico. Nel film di Manuel Martin Cuenca è un ragazza quindicenne, appassionata di trasmissioni televisive su coppie e litigi, che è appena rimasta incinta ed è determinata a dare una svolta alla sua vita con l’aiuto di Javier (Javier Gutiérrez), un educatore del centro per il recupero di giovani difficili in cui vive. Javier le offre di venire segretamente a vivere con lui e sua moglie Adela (Patricia López Arnaiz) nella casa che hanno in campagna, in modo che possa nascondersi e portare a termine comodamente la sua gravidanza. L’unica condizione è che, in cambio di tantissimi soldi, accetti di dare loro il bambino che sta portando in grembo. Tutto questo di nascosto dalla polizia e dal fidanzato.
Migliore attore: ENZO VOGRINCIC per il film 9 di Martín Barrenechea e Nicolás Branca, con la motivazione:
Incarna il movimento millimetrico verso l’autodefinizione di un calciatore adolescente capace di emergere dall’ombra del padre manager. L’interpretazione è costruita passo dopo passo evitando intenzioni stereotipate e cliché della ribellione giovanile.
Christian (Enzo Vogrincic) è un astro nascente del calcio mondiale. Vive isolato in una lussuosa e isolata casa. Assediato dai tifosi e davanti alla pressione dei media, è costretto ad onorare gli impegni presi dal padre, suo manager. Davanti a tanta pressione psicologica che gli sta rubando la giovinezza, Christian sente il bisogno di scappare.
La giuria ha altresì premiato con una Menzione Speciale l’attrice CAROLINA SALA per il film Vetro, anteprima mondiale di Domenico Croce (da noi già recensito nei giorni scorsi, ndr) con la motivazione:
Per la capacità sorprendente di tenere da sola la scena con intensità e freschezza rivelando il segnale incoraggiante di un futuro promettente.
Ha veramente sorpreso positivamente pubblico, giornalisti e operatori del mondo della celluloide presenti a Bari la già alta professionalità mostrata dalla giovane attrice (22enne) originaria di Conegliano (in provincia di Treviso) che, dopo tanto teatro da giovanissima, si è ultimamente fatta notare per i suoi ruoli nelle serie tv “Pezzi Unici” e “La guerra è finita” (sulla Rai) e “Fedeltà” (su Netflix). Basandomi su quanto fatto da lei vedere fino ad oggi, si prospetta per Carolina Sala un futuro davvero roseo.