È morta Lina Wertmuller. La grande regista, che aveva 93 anni, si è spenta nella notte a Roma.
Era nata il 14 agosto 1928 ed aveva firmato film simbolo come “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”, “Pasqualino settebellezze”, “Mimì metallurgico”, segnando la storia della commedia italiana.
Nata a Roma nel 1928, il carattere deciso di chi non ha mai nascosto le sue idee, che fosse l’adesione al Partito Socialista o la rivendicazione dei diritti della donna nel mondo del cinema. Alla consegna dell’Oscar onorario nel 2020 fece ridere la platea suggerendo che il Signor Oscar da quel momento in poi sarebbe potuto essere ribattezzato al femminile.

Ha preso sempre le distanze dalle posizioni oltranziste del femminismo ribadendo: “Non si può fare questo lavoro perché si è uomo o perché si è donna. Lo si fa perché si ha talento. Questa è l’unica cosa che conta per me e dovrebbe essere l’unico parametro con cui valutare a chi assegnare la regia di un film. Come tutte ho avuto i miei problemi a farmi accettare, ma me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva”.
È stata la prima donna a spuntare una nomination come migliore regista ai tempi di “Pasqualino settebellezze” (1976), che ne totalizzò ben quattro. È stata anche la prima donna ad avere successo in tv ai tempi degli “sceneggiati”, con la trionfale accoglienza del “Giornalino di Giamburrasca” (1964-65).