Traduzione dall’inglese di Eugenio Massari
Cari amici, benvenuti alla nostra nuova serie Parole Parole, composta di brevi video, dalla durata di pochi minuti, che prende il nome da una famosa canzone degli anni ’60, Parole Parole, di cui forse sentirete degli spezzoni in sottofondo. In questa serie, colleghi del Dipartimento di Studi Italiani, studenti e amici della Casa Italiana ed io doneremo una parola che ci piace particolarmente. Si tratterà di parole italiane che devono avere una delle seguenti caratteristiche: devono essere rare, antiche, nuove, insolite, divertenti, impossibili da tradurre o parole, per qualsiasi altra ragione, particolarmente care alle persone che scelgono di spiegarle. Invito tutti voi a partecipare a questa nostra conversazione, se avete qualsiasi parola che volete introdurre al nostro pubblico o, viceversa, se desiderate che una certa parola vi venga illustrata. Grazie, e benvenuti a Parole Parole.
La parola di oggi è “CIAO”, probabilmente una delle parole italiane più conosciute. Eppure, è anche una parola enigmatica; infatti, i miei studenti mi chiedono sempre: “‘Ciao’ può essere usata come ‘Hi’ e ‘Bye’ allo stesso tempo?”. Sì, e ti semplifica la vita perché puoi usarla sia quando incontri qualcuno, sia quando te ne vai. Ma attenzione: non usare “ciao” in una conversazione con una persona con cui non sei in confidenza; in queste occasione devi usare forme più formali.
Da dove viene questa parola? Il termine proviene da un’evoluzione dell’antico veneziano, “s’ciavo” o “s’ciao”, che letteralmente indicava lo schiavo o il servo, e originariamente veniva usata per dire “Sono il tuo servo”, “Sono al tuo servizio”. Questa era anche la formula usata per salutare qualcuno: schiavo –> s’ciao –> ciao!
Quindi ricordate: CIAO a tutti!