Sebastiano Grasso è un uomo mite. E’ nato a Udine ma vive e studia a Santa Venerina, un piccolo paesino vicino Catania. La sua casa è a due passi dal mare e dalle montagne. Da lì scruta il suo futuro e il suo passato. Forgia il suo vissuto tra le onde e la schiuma del mare, forse ai limiti di un orizzonte troppo lontano.

Allo stesso tempo volta lo sguardo indietro, cercando qualche certezza in più tra le montagne che si ergono alle sue spalle, ferme e dignitose, talvolta austere, ma sempre presenti. Anche la sua vita è a metà: lavora nelle forze dell’ordine ma sente la necessità di guardare altrove, verso mete nuove e quell’orizzonte infinito che intravede lontano e dentro se stesso.

La vita e l’essenza sono i temi delle opere di Sebastiano Grasso. Misteriose e perfette si distinguono per la loro forza e l’eleganza. Le scelte cromatiche, l’armonia, le proporzioni delle forme, i colpi di luce – magistralmente inseriti in contesti spesso cupi – non lasciano tregua. In questi getti di colore, fusi e sfusi, sovrapposti in modo più o meno definito, tra scaglie di chiari e di scuri, ci sorprendiamo davanti a bagliori accesi come lampi improvvisi che danno ritmo e vita a immagini sbiadite, forse oniriche ma allo stesso tempo reali.
Nell’armonia delle sue visioni si sprigiona la profondità e la potenza delle forme ritratte da Grasso, volutamente abbozzate ed eccezionalmente perfette, tramite le quali l’autore delinea l’animo umano e il suo infinito.
Si riconosce la sagoma dell’ombra dell’Uomo: i suoi lineamenti occultati tra le pieghe del dolore,della passione o dell’oscurità dell’ignoto.

Nella forza di un mare che rincorre una Vela, o dietro un Albero privo di vita; nascosto tra Angeli Silenziosi che osservano inermi l’evolversi degli eventi, fino a Passaggi sconosciuti e incerti che delimitano l’accesso ad altre dimensioni.
Tra Uragani interiori, disastri reali e non, donne, tormenti, scenari apocalittici – sconosciuti eppure familiari – dentro una Lesbia ritratta tra luci e trasparenze, intravediamo tracce di vita nelle quali dirompe tutta l’intensità di questo autore, capace di dare un volto al dolore, alla bellezza e alla sensualità più accesa. Io stessa palpito davanti a queste opere le quali, seppur in modo velato, lasciano emergere la loro potente essenza,attraverso la quale affiora tutta la forza e l’eleganza figurativa di Grasso.

Le visioni scuotono i sensi, finanche la mia eccitazione più eterea: i suoi colori e le sue armonie scorrono come un fluido che accarezza; pervadono spazi reconditi e ignoti del mio Io più remoto, accedendo a dimensioni sconosciute eintime. Soavi e inebrianti.
In queste tele che mi commuovono e mi travolgono insieme, trovo lo spessore di una mente e un animo attento e profondo, all’ostinata ricerca della sua verità. Sebastiano Grasso è assoluto: si addentra in spazi improbabili, dentro le fratture delle proprie ossa, gli errori commessi, il vuoto dell’assenza. E’ pronto a sporcarsi delle tonalità del suo sangue, indaga con coraggio e disillusione se stesso e la sua esistenza; passa per quei luoghi oscuri e incompiuti che l’Uomo si porta dentro e fuori di sé.
Resto incantata davanti alla magia eccezionale delle sue tele. Da anni sono incantata da tutta questa singolare bellezza.

Note biografiche
Sebastiano Grasso è nato a Udine nel 1965. Qui ha appreso i primi rudimenti pittorici dal carnico Arturo Cussigh (allievo di Morandi, Guidi e Saetti) e proseguito con le lezioni dei lombardi E.Maiotti e S. Frigeni.

Ha poi approfondito lo studio delle scienze umane, con particolare riguardo alla psicologia e dell’antropologia.
E’ impegnato prevalentemente nella pittura ma esplora, con risultati inediti, anche nuovi linguaggi estetici attraverso la realizzazione di strutture composite: le Isole. E’ stato presente nei gruppi artistici I dodici movimenti e I pittori della luce. Ha esposto in prestigiose collettive (anche con P. Guccione, S. Alvarez, F.Sarnari, A. Forgioli. R. Savinio, A. Giovannoni, C.M. Feruglio, il Gruppo Scicli).

E’ presente in varie collezioni private e pubbliche (nel 2012 il Comune di Acireale ha acquistato l’opera a olio su tavola Study for Aci and Galatea – Fragment for a Prayer).
E’ stato convocato per la 54^ Biennale di Venezia – padiglione Italia, Regione Sicilia – e proclamato Vincitore della 12^ Biennale d’Arte di Roma.
Hanno scritto di lui, M. Di Capua, A. Mercedes. G. Longo, S. Gesù, E.Tomasello, F. Gurrieri, D. Vasta, R. Giudice, O. Fazzina, L. Mongiovì.
I suoi risultati estetici hanno ricevuto note di apprezzamento da P. Guccione, D. Trombadori, T. Carpentieri, A. Agazzani e C.M.Feruglio.