President: Giampaolo Pioli    |    Editor in Chief: Stefano Vaccara
English Editor: Grace Russo Bullaro 

  • Login
VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily Newspaper in the US

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Spettacolo
May 12, 2018
in
Spettacolo
May 12, 2018
0

Storie d’amore e politica accendono il festival di Cannes

Dopo un inizio non positivo, sulla Croisette arriva la qualità, con tre storie d’amore tormentate, tristi e intense. Non convince il film di Honoré

Simone SpoladoribySimone Spoladori
Storie d’amore e politica accendono il festival di Cannes
Time: 4 mins read

Che sarebbe stata un’edizione di Cannes travagliata lo si era intuito già al momento dell’annuncio della line-up, nella quale, molto più dei presenti, spiccavano le assenze dei pesi massimi pronosticati alla vigilia, diretti con ogni probabilità verso i festival estivi meglio posizionati per gli Oscar e meno pasticcioni nel gestire i rapporti con Netflix e simili. Poi, pronti via, e l’esordio di questa 71ma edizione del festival più glamour del pianeta – il peggior film della carriera Asgar Fahradi –  ha confermato le perplessità, come abbiamo avuto modo di scrivere nei giorni scorsi.

Ora, però, al quarto giorno di festival, dobbiamo parzialmente ricrederci e constatare come i canti funebri fossero decisamente prematuri: dopo l’incipit decisamente sottotono, sono arrivate, una dopo l’altra, tre piccole perle che hanno fatto impennare la qualità della rassegna. Tre storie d’amore problematiche e tormentate, tristi e intense, tutte in concorso: “Leto” (“Summer”) di Kiril Serebrennikov, “Zimna Wojna” (“Cold War”) di Pawel Pawlikowski e “Jiang Hu Er Nv” (“Ash is Pure White”) di Jia Zhang-Ke.

Il primo dei tre è firmato da un giovane regista russo – Serebrennikov, direttore del teatro Gogol – che si trova in questo momento agli arresti domiciliari con l’accusa di frode fiscale, motivazione da molti ritenuta pretestuosa a copertura della vera “colpa”, che sarebbe quella di rappreseentare una voce troppo esplicitamente e apertamente contraria al regime di Putin. Con “Leto”, Serebrennikov ripercorre l’inizio della carriera di Viktor Tsoï, futuro leader dei Kino, una delle rock band più importanti della scena sovietica, e mostra il fermento musicale, intellettuale e culturale dei giovani di Leningrado nell’ultimo decennio del comunismo. La storia d’amore attorno a cui ruota questo biopicè il menage a troistra Victor (Interpretato da Teo Yoo), il suo mentore e amico Mike (Roman Bilyk) e la bella moglie di quest’ultimo, Natasha (Irina Starshenbaum); scandito dai pezzi originali dei futuri Kino e da brani iconici del rock anni ’70 – da David Bowie ai Velvet Underground, dai T-Rex ai Led Zeppelin, accompagnati da brillanti soluzioni grafiche e da musical – il film sembra suggerire, nemmeno troppo velatamente, il confronto tra il fermento intellettuale della cultura underground, musicale e letteraria, della Leningrado dei primi anni ’80, e l’odierna Russa capitalistica di Putin, che lavora nel profondo per spegnere il bisogno di libertà. Fotografato in un brillante bianco e nero e accompagnato da una seducente mobilità di camera, “Leto” è una storia di musica e d’amore, ma anche grande film politico sul rapporto tra società e desiderio.

Stesso tema del secondo film in bianco e nero della rassegna, il bellissimo “Cold War” del premio Oscar Pawlikowski, che racconta l’amore tormentato tra Wiktor, pianista e direttore d’orchestra, e Zila, cantante e ballerina, calandolo nel contesto della Polonia della Cortina di ferro. I due si conoscono nel 1949, all’Accademia di cultura popolare e – tra rotture, ritorni di fiamma, tradimenti e separazioni – si ameranno per tutta la vita. Pawlikowski sottolinea come il desiderio venga alimentato dall’esperienza del limite; lo sfondo perfetto per un amour fou che sembra quasi una corsa a ostacoli, quindi, non può che essere la Guerra Fredda, che dell’esperienza del limite è l’archetipo storico. Struggente e intenso, incastrato in un 4:3 che stringendo le figure sembra amplificarne le emozioni, il film di Pawlikowski si candida da subito a un posto nel palmares finale.

“Cold War” di Pawel Pawlikowski

Jia Zhang-ke ha già un premio importante di Cannes nella sua bacheca, quello per la miglior sceneggiatura a “Touch of Evil” nel 2013; il suo nuovo film, “Ash is Purest White”, è la storia d’amore tra un piccolo boss mafioso di provincia e la sua fidanzata, prima separati dal carcere – lei sconta cinque anni di prigione al posto suo per detenzione illecita d’arma da fuoco – e poi riavvicinati dal destino. Come in “Mountains May Depart”, presentato in concorso sempre qui a Cannes nel 2015, anche quest’ultima prova del regista cinese è divisa in più capitoli ambientati in momenti differenti della recente storia cinese. Il film inizia nel 2001 e si conclude ai giorni nostri e nel descrivere la progressiva perdita di certezze e di identità dei personaggi mostra anche lo sgretolamento progressivo delle coordinate morali e sociali di un’intera nazione.

“Ash is purest white” di Jia Zhang-Ke

Anche “Plaire, aimer et courir vite” di Christophe Honoré racconta una storia d’amore, sebbene complessivamente il film risulti meno riuscito dei tre citati in precedenza. L’amore è quello tra Jacques, scrittore sieropositivo, e Arthur, un giovane studente bretone: si conoscono negli anni ’90, in un cinema in cui viene proiettato “Lezioni di piano” di Jane Campion, e si amano, soprattutto a distanza, perché Jacques è sfuggente, scostante, essendo il suo orizzonte limitato dalla malattia. Ci sono momenti straordinari, quelli più “di pancia”, come l’incontro tra i due protagonisti o le sequenze che raccontano il rapporto tra Jacques e il suo ex amante, che l’AIDS sta uccidendo, o con il figlio Louis, avuto da una precedente relazione eterosessuale. Quello che nuoce al film è indubbiamente il coté letterario, sottolineato talvolta in modo forzato con pesantissimi riferimenti e citazioni che sembrano incastrati a forza e sgonfiano la forza emotiva del film.

Il cast di “Plaire, aimer et courir vite” di Christophe Honoré (Foto di Lavinia Pinzari)

Oggi è il giorno di Godard, della lezione di cinema di Christopher Nolan e dell’atteso film di un altro regista vittima di un regime, Jafar Panahi, che non sfilerà sul tappeto rosso in quanto l’Iran lo considera un soggetto pericoloso che non può abbandonare il paese. Il suo film, per fortuna, giunto fino qui, arriverà in concorso tra poche ore rafforzare l’impronta molto “politica” di questa 71ma edizione del festival di Cannes.

Share on FacebookShare on Twitter
Simone Spoladori

Simone Spoladori

Nato a Milano, laureato in lettere e laureando in psicologia, di segno pesci ma non praticante, soffro di inveterato horror vacui. Autore per radio e TV, critico cinematografico, insegnante, direttore di un'agenzia creativa di Milano. Oltre ai film, amo i libri e credo che la letteratura americana del '900 una delle prime tre cose per cui valga la pena vivere. Meglio omettere le altre due. Drogato di serie TV, vorrei assomigliare a Don Draper, a Walter White o a Jimmy McNulty. Quando trovo il tempo, mi diverte a scalare montagne, fare foto, giocare a tennis, cucinare e soprattutto mangiare ciò che cucino. Sono malato di calcio, tifo Manchester United e Milan, ma la mia vera guida spirituale è Roger Federer.

DELLO STESSO AUTORE

A Venezia 78 Leone d’Oro meritato al film “L’evenement” di Audrey Diwan

A Venezia 78 Leone d’Oro meritato al film “L’evenement” di Audrey Diwan

bySimone Spoladori
A Venezia 78 si ammira il bel film di Mario Martone “Qui rido io”

A Venezia 78 si ammira il bel film di Mario Martone “Qui rido io”

bySimone Spoladori

A PROPOSITO DI...

Tags: AidsCannesCinacinemaFestival di CannesGuerra freddaPawlikowskipoliticaPoloniaRussia
Previous Post

Wine Festival di Roma: ecco a voi la crème del vino italiano

Next Post

Francesca Falchi Back at InScena! With Degen(d)eration. The Ghost of the Tribade

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Alla mostra del cinema di Venezia “È stata la mano di Dio” dell’Universale Sorrentino

Alla mostra del cinema di Venezia “È stata la mano di Dio” dell’Universale Sorrentino

bySimone Spoladori
Mostra Cinema di Venezia: si parte con Mattarella, Benigni e sicurezza Almodovar

Mostra Cinema di Venezia: si parte con Mattarella, Benigni e sicurezza Almodovar

bySimone Spoladori

Latest News

New York non è una città per bagni pubblici

New York non è una città per bagni pubblici

byRosa Coppola
Pelosi, blitz a casa di Trump? Nessuno è sopra la legge

Il blitz dell’FBI a casa Trump fa infuriare i repubblicani

byMarco Giustiniani

New York

New York non è una città per bagni pubblici

New York non è una città per bagni pubblici

byRosa Coppola
Il saluto di NYC all’agente Jason Rivera: funerali a St. Patrick e sfilata sulla 5th

Lo sfogo dei poliziotti newyorkesi: “Pagati poco e trattati male”

byGennaro Mansi

Italiany

Torna in Sardegna il festival “MusaMadre”: richiamo della cultura e delle radici

Torna in Sardegna il festival “MusaMadre”: richiamo della cultura e delle radici

byManuela Caracciolo
“Senato&Cultura”: premiati gli imprenditori che rendono grande l’Italia nel mondo

“Senato&Cultura”: premiati gli imprenditori che rendono grande l’Italia nel mondo

byNicola Corradi
Next Post
Francesca Falchi Back at InScena! With Degen(d)eration. The Ghost of the Tribade

Francesca Falchi Back at InScena! With Degen(d)eration. The Ghost of the Tribade

La Voce di New York

President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara   |   English Editor: Grace Russo Bullaro

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Expat
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In