“Conosci la terra dei limoni in fiore,
dove le arance d’oro splendono tra le foglie scure,
dal cielo azzurro spira un mite vento,
quieto sta il mirto e l’alloro è eccelso,
la conosci forse?
Laggiù, laggiù io
andare vorrei con te, o amato mio!”
Così scriveva Goethe nel suo Mignon, sull’Italia, ne Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister. “La conosci?”, ripete varie volte Goethe, per descrivere l’ Italia, di ritorno dal suo Grand Tour. Certo, verrebbe da dire, la conosciamo bene. Migliaia e migliaia di pagine, a volte meravigliose altre volte meno, sono state scritte su questo pezzo di terra che occupa circa lo 0,5% di tutte le terre emerse del mondo. Eppure, forse non tutti sanno che in Italia.. c’è molto di più. C’è una meraviglia continua che emerge soprattutto da luoghi meno conosciuti, rimasti agli occhi di molti nascosti o magari fuori dalla lente di osservazione dei media. A dare loro rilievo ci ha pensato una bravissima giornalista: Isa Grassano. Nata in Basilicata, oggi vive a Bologna, anche se ha mantenuto una visione “lucanocentrica” della vita. Gira il mondo occupandosi di viaggi e ne parla su testate come Viaggi di Repubblica, Viaggi del Gusto, Marco Polo, Venerdì di repubblica e sul suo blog amichesiparte.com. Scrive di gossip e cronaca rosa per il settimanale Top. Ha vinto diversi premi giornalistici e riconoscimenti, tiene corsi di formazione. Il suo segreto? L’ottimismo dei folli e la tenacia dei muli. Discutiamo proprio a partire dal suo ultimo libro: Forse non tutti sanno che in Italia… Curiosità, storie inedite, misteri, aneddoti storici e luoghi sconosciuti del Belpaese.
Isa, ci puoi raccontare come nasce la tua passione per il viaggio e il turismo?
“Nasce dal desiderio di scoprire sempre qualcosa di nuovo. Sono una persona curiosa e mi annoio a stare sempre nello stesso posto, o a tornare due volte nello stesso luogo. Ho iniziato come giornalista collaboratrice di un quotidiano e mi occupavo di cronaca nera, poi per caso sono passata in una redazione di un periodico di turismo della città di Bologna. E così non mi sono più allontanata dal settore”.
È uscito in questi giorni il tuo ultimo libro per Newton Compton. Cosa nasconde l’Italia che non tutti sanno?
“Ogni regione accanto a ciò che è noto, visto, vissuto nasconde qualcosa di insolito, curioso, misterioso, al di fuori dei percorsi standard e dei luoghi convenzionali. Basta saper cercare, anche vicino casa, senza andare necessariamente lontano, guardare e perdersi. Tutto attraverso il mio sguardo innamorato di questa terra. Qualche curiosità? Tutti conosciamo Castel Gandolfo vicino Roma come residenza estiva dei Papi, ma quasi nessuno sa che qui fu inventata la prima cassetta delle lettere, nel 1820. E al Museo delle Poste di Roma si conserva ancora la delibera con cui fu approvata la realizzazione. A Imperia esiste la dimora del più grande clown della storia: Grock. Un mix di elementi persiani, barocchi e rococò, per ritrovarsi immersi in ambienti fiabeschi”.
Addirittura ad Arona, Piemonte, ci sarebbe una statua che si dice abbia ispirato quella della Libertà di New York? Confermi?
“Sembrerebbe di sì. Si racconta che lo scultore francese Frédéric Bartholdi, dopo aver visto da vicino il san Carlone, alto 23 metri su un piedistallo di undici metri, ed essere rimasto impressionato dalle sue dimensioni, e dopo aver letto inoltre del colosso di Rodi, abbia deciso di riprodurlo. Ma se per toccare la vetta del simbolo della Grande Mela c’è un comodo ascensore, per “scalare” il san Carlone occorre fare un bel po’ di scale, peraltro pure ripide, ma alla fine la vista è ripagata: dinnanzi agli occhi si apre uno spettacolare panorama”.
Quale tra i luoghi che hai visitato in Italia hai più nel cuore?
“Bologna, perché ci vivo, anche se mi sento sempre una turista. Un tempo di Bologna si diceva che fosse la città delle tre T, ovvero tortellini, tette e torri. Al popolare detto si dovrebbe aggiungere una A, quella di acqua, perché sono in pochi a saperlo, ma è all’acqua che la città felsinea deve la sua ricchezza. L’aspetto misterioso e acquatico della città si può scoprire in diversi scorci cittadini: lo stupore è grande quando ci si affaccia da questa finestrella nascosta in via Piella (al civico 16): qui è visibile lo specchio d’acqua che scorre sotto i balconi ancora come un tempo, offrendo una veduta romantica”.
Quale, invece, quello dove continueresti ad andare senza stufarti mai?
“L’unica eccezione al fatto di non tornare mai nello stesso posto è per Roma. Ci tornerei altre cento volte. Credo sia la città più bella al mondo, almeno per me lo è. Sapevate che la capitale ha il più alto numero di obelischi al mondo? Ben 18”.
E quello che è stato la più grande sorpresa, che ti ha fatto sospirare, come scrivi : “Wow, non me l’aspettavo!”?
“A Cefalù, in Sicilia, c’è un ritratto di un uomo che ha lo stesso sorriso enigmatico della Gioconda, conservata al Louvre di Parigi. Un Ritratto d’ignoto, dipinto da Antonello da Messina tra il 1465 e il 1472, conservato nel Museo Mandralisca. E se dinanzi alla Gioconda si sfila rapidi per permettere a tutti, vista la grande affluenza di persone, di contemplare la Monna Lisa, qui ci si può prendere tutto il tempo necessario per sbizzarrirsi a interpretare questa espressione delle labbra, per fantasticare sulle somiglianze di questo bizzarro personaggio”.
In passato hai scritto In viaggio con le amiche. Mollate tutto e partite, con questo nome hai anche un blog Amiche si parte. Qual è il senso che dai al viaggio con le amiche, cioè al viaggio al femminile?
“Se Cristoforo Colombo fosse stato una donna sarebbe partito prima. É la convinzione che mi sono fatta in questi anni andando a curiosare di qua e di là nel mondo. Perché le donne hanno più spirito di intraprendenza a qualsiasi età e hanno la necessità di sentire che il cambio di orizzonte è possibile non solo se ci si innamora ma anche se si cambiano i panorami intorno. Almeno due volte all’anno, ma anche tre o quattro, bisognerebbe staccare e organizzare una vacanza con le amiche. Basta un fine settimana e si torna più cariche e felici, si ama di più il proprio compagno, i figli sembrano buonissimi, e persino il tuo capo ti sembra la persona migliore del mondo. Sul blog che gestisco con l’amica e collega Lucrezia Argentiero, diamo sempre spunti e itinerari a misura di donna”.
Parlaci del tuo rapporto con la meravigliosa Matera, prossima capitale della Cultura Europea nel 2019, e con la Basilicata, che fino nel film Basilicata Coast to Coast, di un lucano doc come Rocco Papaleo, veniva descritta così: “La Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi”.

“Il presidente della regione Basilicata dovrebbe conferirmi un ruolo (pure molto ben pagato) di ambasciatore dei valori lucani nel mondo. Battute a parte, nessuno più di me si spende per ricordare a tutti, dopo che l’ha fatto Papaleo, che la Basilicata esiste (che già è un impegno non da poco) ma anche per rivelare agli ignari e agli increduli che è un posto pieno di attrattive, di paesaggi incantevoli, e di assoluta visibilità grazie al suo essere rimasta (quasi) immune dalle troppe schifezze che ci sono altrove. Matera resta la mia città del cuore, quella che tutte le volte che ci torno mi emoziona: guardo i Sassi, patrimonio dell’Umanità, e ne resto incantata. Ho viaggiato molto ma niente rende la bellezza e la magia di questi antichi rioni pietrosi”.
Cosa sai dei Lucani nel mondo, oltre naturalmente a Bill de Blasio, sindaco di New York, di cui la nonna materna, guarda caso era di Grassano, provincia di Matera?
“Ci sono altri personaggi famosi, come Charles Paterno, un uomo nato povero a Castelmezzano, tra le Dolomiti Lucane, ma diventato ricco in America. Uno dei più grandi costruttori di New York, tra i primi a tirar su i grattacieli che hanno reso famoso nel mondo lo skyline della città. L’ho conosciuto attraverso le pagine del libro di un grande collega, Renato Cantore, dal titolo Il Castello sull’Hudson che consiglio a tutti”.
Infine, tre aggettivi per definire l’Italia.
“Bella, ospitale e dal cuore grande”.