Il Canada chiama, Brooklyn risponde. Dopo Grimes, esplosa in tutto il mondo con il travolgente Art Angels, un altro nome un tempo prerogativa del mondo indie nordamericano, sembra intenzionato a farsi sedurre dai lustrini mainstream. I Chairlift hanno pubblicato a fine gennaio il terzo album Moth, uscito per Columbia Records, che ha tutti gli ingredienti per il successo pop già nell’aria e i diversi sold out pre-annunciati in Nord America ne sono un’ulteriore prova (vedi le date sul sito ufficiale).
I Chairlift nascono come un duo nel 2005 da un’idea di due studenti della University of Colorado. Carolina Polachek, originaria di New York, e Aaron Pfenning si sono conoscono proprio tra le aule e le feste dell’istituto e inizialmente danno vita a un progetto di stampo dark, pensato come l’eccentrico proposito di scrivere delle sonorizzazioni per case infestate da fenomeni soprannaturali. Lei canta, produce e scrive canzoni per qualsiasi strumento, per il primo album si avvalgono della collaborazione di un bassista, Kyle McCabe con il quale volano a Ovest in quel di Los Angeles per registrare e lanciare il promettente EP Daylight Savings del 2006.
Le potenzialità mainstream si intravedono anche nei primi progetti sospesi tra pop elettronico contemporaneo ed eredità synth pop anni Ottanta. All’estate dello stesso anno risale il più classico dei trasferimenti per le band degli anni Duemila, ovviamente a Brooklyn, ovviamente a Williamsburg nel cuore della scena indipendente americana. A loro si unisce Patrick Wimberly (oggi unico titolare del progetto insieme a Caroline, dopo l’addio, nel 2010, di Aaron che ha intrapreso la carriera da solista) e grazie alla firma del contratto con una delle label indie più seguite di New York, la Kanine Records, il nome inizia a circolare anche oltreoceano.
La vera svolta arriva però nel 2008 grazie al mondo della pubblicità, quando la Apple sceglie l’accattivante Brusies per lo spot dell’ipod nano. Il disco, uscito sempre in quell’anno ha un buon riscontro nella critica specializzata. Un altro singolone, Evident Utensile, grazie al suo videoclip si guadagna una nomination agli Mtv Music Awards e arriva subito la divisione A&R di Columbia Records a proporre un contratto al gruppo. Così l’album Does You Inspire You è ripubblicato e distribuito in tutto il mondo. È l’inizio di una veloce ascesa verso la popolarità fuori dai confini della scena indipendente. Caroline ha la stoffa della popstar, da solista si fa apprezzare per collaborazioni con Washed Out, Holy Ghost, Delorean e Blood Orange (che vi abbiamo già presentato). Il duo lavora insieme al collettivo hip hop di culto Das Racist nel 2010 e poi ancora nel 2011. I tour vanno bene e grazie al supporto ai concerti di MGMT, Phoenix e Killers, la popolarità continua a crescere. Nel 2012 esce il disco della consacrazione, Something, sempre accompagnato da ottimi video: Amanaemonesia Meaning, Met Before, che mettono in lustro il gusto estetico e visivo dei Chairlift, e il tormentone indie I Belong In Your Arms, riscritto in giapponese con un video dal gusto fortemente nipponico.
Instancabile, la vocalist dà vita al progetto solista Ramona Lisa scritto durante un periodo di soggiorno a Roma per una residenza artistica a Villa Medici. Scrive colonne sonore, idea delle sonorizzazioni e perfeziona il suo gusto da produttrice, oltre che da cantante. Un anno dopo un altro step dà la meritata visibilità a Caroline spianando la strada per il successo pop dell’ultimo disco. La Polachek è convocata da Beyoncé come seconda voce in No Angel, incluso nell’album omonimo di fine 2013 della signora Knowles.
Finalmente nel 2015, dopo una lunga gestazione, il terzo album Moth, è completato e segna il passo verso un’irreversibile deviazione pop dopo le suggestioni sintetiche e retrò dei primi due dischi. Il primo singolo Ch-Ching, uscito nell’autunno del 2015, ha tutto il potenziale del tormentone da dancefloor, Romeo conferma le prime sensazioni. Il disco contiene delle ballad pop semplici e perfette, i suoni sono ancora più levigati e luccicanti, tra soul, r’n’b e retrogusto wave. E la voce di Caroline è irresistibile anche nei momenti più strappalacrime. Resistere a brani come Crying In Public è da senza cuore.
I Chairlift non hanno venduto l’anima, ma hanno la consapevolezza di poter donare al mondo pop un gusto musicale sofisticato da polistrumentisti navigati che non guasta mai.