È salito a circa 150 il bilancio dei manifestanti palestinesi feriti nei violenti scontri con la polizia israeliana sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme nel secondo venerdì di preghiere di Ramadan.
Lo riportano i media palestinesi, secondo cui la Mezzaluna Rossa ha approntato un ospedale da campo all’interno della Spianata. Nabil Abu Rudeina – portavoce del presidente Abu Mazen – ha denunciato l’assalto da parte della polizia di Israele alla Moschea Al-Aqsa come “uno sviluppo pericoloso e una dichiarazione di guerra al popolo palestinese”.
La polizia israeliana ha lasciato il terreno della Spianata e ha consentito l’ingresso di altri fedeli che si apprestano a partecipare alle preghiere del secondo venerdì del Ramadan. Secondo i media palestinesi le violenze sono durate circa sei ore e attualmente sono circa 300 le persone arrestate.

“Le forze dell’ordine ha fatto ingresso nella moschea al-Aqsa – ha affermato il ministero degli Esteri israeliano – per disperdere facinorosi violenti che avevano dissacrato quel luogo e messo in pericolo il pubblico. La moschea – ha aggiunto – è stata adesso riaperta ai fedeli. Israele continua a garantire libertà di culto a Gerusalemme”.
Una condanna del comportamento della polizia israeliana sulla Spianata è giunta intanto dal ministero degli Esteri della Giordania, che ha anche avvertito delle “conseguenze pericolose” che esso rischia di avere. Hamas, da Gaza, ha parlato di un “barbaro attacco” ai fedeli e ha fatto appello al popolo palestinese a sostenere “i difensori della moschea al-Aqsa”.
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