Ogni settimana, o quasi – o così sembra – esce uno studio su gusti, abitudini e comportamenti dei gatti; e come stupirsene? Le misteriose presenze delle belve casalinghe affascinano gli umani e invadono i social: secondo Forbes Advisor, negli Stati Uniti ci sono 46,5 milioni di gatti domestici (i cani sono 65,1 milioni).
Fra i tanti, merita di essere letto lo studio pubblicato dalla rivista Behavioral Processes, condotto da Lauren Scott dell’University of Kansas Medical Center. Secondo la ricerca di Scott, i gatti utilizzano quasi 300 espressioni facciali distinte per comunicare tra loro.
Con l’aiuto della sua coautrice, la psicologa evolutiva Brittany Florkiewicz del Lyon College, Lauren Scott le ha analizzate, contando 276 espressioni composte da una combinazione di 26 movimenti facciali. Il 45% circa (126) sono state classificate come amichevoli, il 37% come aggressive e il 18% come ambigue.
Lo studio di Scott- Florkiewicz è interessante perché al contrario di altri, concentrati sui segnali che indicano la comunicazione fra gatti ed esseri umani (ogni coinquilino di un gatto anela a sapere se il suo felino lo ignora o vuole dirgli qualcosa), o magari sulla comunicazione fra gatti e altre specie, si dedica proprio a capire cosa i gatti si dicono fra loro, in base alla supposizione che un gatto domestico abbia sviluppato rispetto agli antenati selvatici un certo numero di segnali interattivi che aiutano la socialità.
L’ipotesi da verificare dunque era se ci fossero differenze sostanziali fra i segnali facciali che i gatti usano fra di loro, e quelli che usano con altre specie (cani, uccelli, ed esseri umani). Le ricercatrici hanno lavorato sui 53 gatti adulti padroni di casa al CatCafé Lounge, un gattile per randagi e felini in attesa di adozione fondato nel 2018 a Los Angeles.
Disturbando i loro spuntini e i loro sonnellini, e utilizzando dei sistemi di riconoscimento dei segnali facciali (Facial Action Coding Systems) appositamente progettati, hanno raccolto 194 minuti di filmati con 186 ‘eventi comunicativi’. In questi hanno catalogato 688 segnali facciali, 354 in un contesto amichevole.
I risultati verificano l’ipotesi. I gatti domestici spesso usano codici comunicativi non amichevoli con i loro simili, ma mostrano anche comportamenti amichevoli cruciali per i loro rapporti sociali. Le ricercatrici ne concludono che il passaggio alla vita domestica probabilmente ha avuto un impatto significativo nell’evoluzione di un ampio repertorio di segnali facciali usati nel contatto con gli altri gatti.