Ex alti funzionari ambientali, provenienti sia da amministrazioni democratiche che repubblicane, hanno dichiarato che i primi 100 giorni del secondo mandato di Donald Trump — segnati da azioni volte a ridurre la portata e l’influenza dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA) — hanno provocato danni irreversibili ai progressi ambientali degli Stati Uniti e alla loro capacità di contrastare i peggiori effetti del cambiamento climatico.
L’EPA (Environmental Protection Agency) è l’agenzia federale per la protezione dell’ambiente negli Stati Uniti. Fondata il 2 dicembre 1970 durante la presidenza di Richard Nixon, è un ente indipendente incaricato di proteggere la salute umana e l’ambiente attraverso la regolamentazione e l’applicazione delle leggi ambientali.
William Reilly, ex amministratore dell’EPA sotto il presidente repubblicano George H.W. Bush, ha dichiarato ai media: “La mia sensazione è che i primi 100 giorni dell’amministrazione Trump abbiano creato una situazione di danni irreparabili”.
Tra i cambiamenti più significativi introdotti da Trump figurano: la revoca del Clean Power Plan (CPP), voluto da Obama per ridurre le emissioni di gas serra dalle centrali elettriche, la riduzione della protezione federale su molte acque interne e zone umide, facilitando lo sviluppo agricolo e infrastrutturale, la revoca della normativa sul mercurio, che limitava le emissioni delle centrali a carbone, il ridimensionamento degli standard sulle emissioni dei veicoli e sull’efficienza del carburante e l’allentamento delle normative sul metano, importante gas serra.
Secondo quanto riportato da Newsweek, Reilly ha espresso preoccupazione per i profondi tagli operati da Trump alle agenzie ambientali, che — a suo dire — le hanno rese incapaci di adempiere alle loro missioni. “Ha compromesso così tanto la capacità di diverse agenzie di funzionare su tutti i livelli, che ci troveremo a fare i conti con enti disfunzionali”, ha dichiarato.
Christine Todd Whitman, a capo dell’EPA durante la presidenza di George W. Bush, si è detta particolarmente preoccupata per il fatto che l’amministrazione Trump abbia segnalato alle industrie inquinanti l’intenzione di non applicare pienamente le normative esistenti sull’uso dei combustibili fossili e sullo smaltimento delle scorie.
Anche Gina McCarthy, amministratore dell’EPA sotto Barack Obama, ha criticato duramente l’operato di Trump, accusando la sua amministrazione di essersi deliberatamente allontanata dalla missione dell’EPA per favorire gli interessi delle industrie petrolifere, del gas e del carbone, le stesse che hanno contribuito generosamente alla sua campagna elettorale.