Non c’è Natale alla frontiera tra Stati Uniti e Messico. In molte aree di confine lungo il Texas, New Mexico, Arizona e California nessuno passa. Gli sbarramenti restano abbassati. Decine di migliaia di persone trascorrono le notti in tendopoli improvvisate aspettando che per loro ci sia il “miracolo” per poter entrare negli Stati Uniti.
Per ora il miracolo non c’è, ma dopo i colloqui di ieri tra il presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador e il il presidente Joe Biden si è accesa la speranza.
Il presidente del Messico ha detto al capo della Casa Bianca che è disposto a dare una mano con l’ondata di migranti ma vuole che gli Stati Uniti avviino colloqui con Cuba e Venezuela per rimuovere le sanzioni e inviino più aiuti ai paesi di origine dei migranti. Una proposta che deve essere piaciuta alla Casa Bianca in un momento in cui il Congresso a Washington ha bloccato gli aiuti militari all’Ucraina e a Israele legandoli alla riforma della legge sull’immigrazione e sulla sicurezza alla frontiera, tanto che il segretario di Stato Antony Blinken, il segretario per la sicurezza interna Alejandro Mayorkas e il consigliere americano per la sicurezza interna Elizabeth Sherwood-Randall partiranno per Città del Messico la settimana dopo Natale.
Per ora in molte zone il confine non può essere attraversato in direzione Nord. “È un problema di personale per i turni natalizi e molti agenti sono stati impiegati per aiutare un gran numero di migranti che attraversano illegalmente il confine” afferma un portavoce degli agenti di federali. Le imprese messicane hanno avvertito che le chiusure stanno ostacolando il commercio. I valichi ferroviari dello scalo merci del Texas a Eagle Pass ed El Paso sono stati parzialmente riaperti solo ieri sera dopo la forte reazione da parte delle imprese statunitensi e messicane, ma il valico di frontiera di Lukeville, in Arizona, è ancora chiuso e le operazioni sono state parzialmente sospese a San Diego e Nogales, in Arizona.

E i dati pubblicati venerdì mostrano che gli arresti per aver attraversato il confine statunitense dal Messico sono aumentati dell’1,2% a novembre rispetto a ottobre, uno degli ultimi segnali di ciò che Troy Miller, commissario ad interim delle dogane e della protezione delle frontiere degli Stati Uniti, ha descritto questa settimana come flussi migratori “senza precedenti”.
Parlando con i giornalisti a Città del Messico il presidente López Obrador ha confermato che Biden ha chiesto il suo aiuto per bloccare i migranti al confine meridionale con il Guatemala, o per rendere più difficile lo spostamento attraverso il Messico in treno, camion o autobus, una politica nota come “contesa”. Lopez Obrador ha aggiunto che in cambio vuole che gli Stati Uniti inviino più aiuti allo sviluppo ai paesi di origine dei migranti e riducano o eliminino le sanzioni contro Cuba e Venezuela, il cui popolo costituisce gran parte dell’ondata di migranti al confine sud-occidentale degli Stati Uniti. E il presidente messicano da tempo chiede che gli Stati Uniti contribuiscano ad un programma di rimboschimento e a borse di studio e programmi di apprendistato per i giovani nei Paesi dell’America Centrale, che secondo il presidente messicano aiuteranno ad arginare la necessità di emigrare dei residenti.
Le richieste del presidente messicano per eliminare l’embargo a Cuba e al Venezuela mettono in ulteriore difficoltà Biden con i repubblicani. La Casa Bianca dovrà fare un calcolo politico se accettare la proposta del presidente messicano, e quindi ridurre il flusso immigratorio ma anche esporsi alle critiche per l’apertura dei negoziati per eliminare l’embargo a Cuba e al Venezuela.
Guardando al solo Messico, secondo i dati dell’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, sono almeno 250mila le richieste per entrare negli Stati Uniti. Quest’anno, il Dipartimento di sicurezza Usa ha eseguito 625.483 tra espulsioni e rimpatri, in aumento rispetto ai 170.896 dello stesso periodo del 2022.

L’allerta rimane alta, non solo nelle città al confine con il Messico, ma anche più a nord: a New York le strutture di ospitalità sono allo stremo. Così come a Chicago e Boston. Il governatore del Texas continua a mandare al Nord autobus carichi di migranti.
Su questo tema si gioca anche la campagna elettorale di Biden che ha varato norme – che hanno diviso il partito democratico – che vietano ai migranti di chiedere l’asilo senza aver precedentemente richiesto lo status di rifugiati in un altro Paese prima di entrare negli Stati Uniti.
Il tema della migrazione è stato anche al centro dei colloqui tra Biden, il premier spagnolo Pedro Sanchez e il primo ministro canadese Justin Trudeau per ampliare il meccanismo di ricollocamento delle persone con status di rifugiato che dall’America centrale potranno andare in Spagna o da Haiti in Canada in funzione delle necessità del mercato del lavoro spagnolo e canadese. Spagna e Canada sosterranno anche la creazione di centri in Colombia e Guatemala, dove i migranti potranno fare domanda per entrare negli Stati Uniti, in Spagna o in Canada.